FATE, II

Originari di Padova, i Fate si sono guadagnati un posto nella scuderia della Caligari Records, che ha saputo intravedere già nel loro ep di esordio le potenzialità di una miscela scaturita dal loro background variegato. La proposta dei Fate è tanto interessante quanto difficile da inquadrare, vista la sua natura cangiante e ricca di spunti differenti, seppure tutti riconducibili alle radici del metal, tra cavalcate e riff doom, melodie epiche ed accelerazioni improvvise. Il tutto si regge in un incredibile equilibrio grazie ad una patina ruvida e sporca che denuncia le frequentazioni punk ma anche un amore per i primi Celtic Frost e i gruppi più graffianti della scena speed/power come i Cirith Ungol, non male per un mix di velocità e atmosfere morbose sorrette da una scrittura eclettica eppure mai dispersiva. In solamente undici minuti, la band riesce a conquistarsi a buon diritto il suo spazio nei ranghi delle formazioni dedite alla riscoperta del periodo in cui la NWOBHM stava trasformandosi in thrash, con la nascita della scena power/speed a stelle e strisce. Proprio come nel caso recente degli StealthStealth, che giungono a risultati differenti partendo da premesse simili, anche i Fate escono su nastro, a rimarcare il legame con l’epoca d’oro del genere e l’appeal che avevano questi supporti, ben più maneggevoli e a buon mercato, dunque perfetti per girare per posta e raggiungere i fan di tutto il pianeta in assenza della Rete. La modernità è offerta dalla possibilità di scaricare la versione digitale del disco e dalla scelta di suoni ad hoc ma ben calibrati, alquanto differenti dalle scarse opzioni – spesso ridotte al quattro piste prestato dall’amico – tipiche dei nastri dell’epoca. Sembra proprio sia giunto il momento di rispolverare certe sonorità e l’Italia si conferma culla di band in grado di guardarsi indietro senza perdere presa sul presente, visto che anche in questo caso non si parla di un lavoro privo di mordente o di una sua ragion d’essere, quanto piuttosto di un atto di amore portato avanti con personalità e voglia di accostare i vari ingredienti in base al proprio gusto e non per scimmiottare questo o quel nome d’oro del tempo. Come si diceva nelle recensioni di una volta, li attendiamo alla prova sulla lunga distanza. So far, so good.