FALSE, Portent

FALSE, Portent

False: black metal americano à la Wolves In The Throne Room (o à la Krallice, forzando un po’), influenzato però clamorosamente dai primi Emperor, specie a livello di suono delle tastiere, tanto semplice quanto atmosferico.

Per quanto il loro nome a questo punto suoni equivoco, non copiano mai in modo sfacciato, si fermano giusto un attimo prima che qualche intelligentone possa dire che la loro versione del black metal è identica a quella del bignami che hanno sotto il banco. Per carità, si sente che hanno imparato a memoria dischi altrui, ma per fortuna li hanno anche capiti. Non sono comunque obiettivo, perché ai miei occhi i Wolves In The Throne Room, finito l’hype, rimangono un gruppo solido, e soprattutto perché da sempre gli Emperor sono per me uno dei pilastri del black. D’altro canto, però, sono state da poco ufficializzate una quindicina di date europee consecutive dei False, il che significa che più di qualcuno sta credendo in loro.

Tre pezzi (più una breve conclusione) da un quarto d’ora ciascuno, rabbiosi e allo stesso tempo malinconici, una via di mezzo nient’affatto monocorde e senza Satana tra Black Cascade e In The Nightside Eclipse, con una cantante/arpia all’altezza del compito, testi originali lontani anni luce dai cliché, melodie indovinate e un buon numero di riff altrettanto azzeccati, al netto del palese manierismo, e non diciamo a nessuno che un paio di volte ci ho sentito pure i Cradle Of Filth di Dusk And Her Embrace.

Un gruppo a cui dare almeno una chance.