EXPLODING STAR ORCHESTRA, Dimensional Stardust

Nel 2018 Nadin Deventer del Jazzfest Berlin commissiona a Rob Mazurek la musica per un’incarnazione della Exploding Star Orchestra che coinvolga musicisti di stanza a Berlino come a Chicago. Il trombettista ha così l’opportunità di scrivere nuovo materiale che poi National Anthem gli permetterà di registrare nel corso di una serie di sessioni in studio tra agosto 2019 e marzo 2020, coinvolgendo 11 elementi e il suo collaboratore di sempre Damon Locks per i testi originali e la voce. Il disco esce infine il 20 novembre 2020: una collaborazione tra International Anthem e Nonesuch (come già successo per Suite For Max Brown di Jeff Parker).

Quello che salta all’orecchio sin dal primo ascolto è il grande equilibrio e la coesione che caratterizzano l’insieme, frutto di un intelligente lavoro di composizione, distribuzione dei timbri e gestione dell’interplay, anche se la musica esula completamente da forme canoniche di esposizione del tema o di assoli in chiave tradizionale.
Il paragone potrà sembrare azzardato, ma molte parti mi fanno pensare a un Frank Zappa che finalmente ha deciso di varcare la soglia dell’alterazione di coscienza, con il testosterone e la cerebralità a lasciare il posto a suggestioni timbriche e ostinati ripetuti e ripetitivi in un equilibrio magico tra minimalismo e massimalismo. L’uso del flauto traverso e degli archi ad esporre temi e dialoghi in continua evoluzione non soffoca mai i contrappunti pizzicati dei legni e del lavoro percussivo, intenso ma rilassato e a suo modo sempre in accordo con la direzione del resto.
Insomma, nonostante la potenza di fuoco dell’orchestra, la musica ha un’aura delicata ed avvolgente, per niente nervosa, grazie anche al contributo di vibrafono e pianoforte, che legano insieme alle note di chitarra questa meravigliosa tessitura sonora. Inoltre, come se non bastasse, c’è grande spazio per la melodia e la comunicatività: diversi i momenti memorabili.
Le parole di Damon Locks impreziosiscono e riempiono di senso una musica totale, senza mai posizionarsi in primo piano ma sempre nel mezzo dell’orchestra, al lavoro con tutti gli altri.

Per i conoscitori delle mille avventure di Mazurek, in questo lavoro si respirano tutte le influenze e gli ingredienti del suo percorso, dal Brasile alla “colta”, dall’elettronica e al post-rock, in uno splendido quadro nuovo (come quello in copertina, che porta esso stesso la sua firma).