Evoken: hypnagogic funeral doom

Evoken

Per i fan dell’estrema lentezza, ecco un colosso del funeral doom. Gli Evoken sono tra quelle formazioni che hanno saputo non solo proseguire il discorso iniziato dai Thergothon (prendendo il nome da una loro canzone), ma anche andare ben oltre lo standard dei 4 riff in croce a 40bpm. Chiunque conosca la loro musica è stato senza dubbio rapito dalla melanconia delle loro composizioni. Il loro ultimo album, Hypnagogia, è uno dei migliori del 2018. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con il loro bassista Dave Wagner, che alcuni di voi ricorderanno perché ha suonato a lungo nei Funebrarum (la versione originale in inglese dell’intervista è su Touch Of Evil).

Il vostro nuovo album, Hypnagogia, è uno dei migliori dischi funeral doom (o doom death, come preferisci) che ho ascoltato negli ultimi anni. Come mai avete scelto di scrivere un concept sulla Prima Guerra Mondiale? 

Dave Wagner (basso): Grazie per i commenti positivi sul disco nuovo. Siamo tutti molto felici e orgogliosi di com’è uscito e anche di com’è stato ben recepito da critici e fan. Puoi definire il nostro stile come meglio preferisci, io spero che venga percepito come puramente Evoken. Il nostro batterista Vince Verkey cura molto le tematiche dei testi e quando stavamo componendo il disco se n’è uscito con quest’idea del concept sulla Prima Guerra Mondiale. Più che essere influenzato da fatti storici o da un immaginario guerriero come i gruppi war metal, Vince ha letto articoli di giornale dei tempi del conflitto e diari di soldati che lo hanno vissuto, venendo molto ispirato dal trauma emotivo, psicologico e fisico e dalla miseria che emergeva da tutto questo. Ne è nato un racconto in cui un soldato morente trascorre i suoi ultimi momenti trascrivendo i suoi pensieri e le sue emozioni in un diario. Fa un patto con uno spirito maligno che permette alla sua anima esasperata di continuare a vivere nel suo scritto dopo la sua morte. Chi apre e legge il diario verrà posseduto da emozioni negative contenute in esso, che portano alla follia e alla rovina. Uno degli aspetti più interessante di questo lavoro è che la storia è molto ermetica (non come la maggior parte dei concept album in cui il messaggio è molto diretto) e lascia all’ascoltatore molto da interpretare.

Sono passati sei anni tra Atra Mors e Hypnagogia. Come mai avete impiegato così tanto tempo per scrivere un disco nuovo? 

Non è inusuale per noi che trascorrano anni tra un disco e l’altro, in realtà è probabilmente la norma per gli Evoken. In parte è dovuto alla pianificazione: tutti nel gruppo hanno a che fare con le richieste e le responsabilità della vita prima di trovare il tempo per vedersi e a volte questo porta a prendersi una pausa da tutte le altre attività. In parte è perché per almeno 2-3 anni ci siamo concentrati sul suonare dal vivo dopo l’uscita di Atra Mors, prima di decidere di interrompere i concerti per dedicarci unicamente alla scrittura. Ancora più importante: preferiamo la qualità alla quantità, ci assicuriamo che il materiale, così come la registrazione e il mixaggio, soddisfi le nostre esigenze prima ancora di considerare un nuovo disco completo, per questo ci vuole del tempo.

Mi piace molto come usate il violoncello per creare un’atmosfera gelida in alcune canzoni. Brian Sanders ha suonato con voi prima di Hypnaogia? Quante volte avete suonato dal vivo con un violoncellista?

Gli Evoken hanno inserito parti di violoncello sin dai tempi di Quietus. Brian ha suonato anche su Atra Mors e in quel periodo abbiamo anche discusso sull’averlo con noi dal vivo, visto che sembrava più incline a farlo rispetto ai precedenti violoncellisti con cui abbiamo avuto a che fare, che non penso fossero molto coinvolti nella musica che stavano accompagnando. Siamo stati fortunati nell’averlo con noi durante tutto il set che abbiamo suonato a Brooklyn lo scorso novembre proprio dopo l’uscita del disco nuovo. È stato un gran bel momento per la band e per l’audience e speriamo che Brian possa suonare con noi in futuro.

State programmando delle date europee per promuovere il disco? 

Il 2019 ci vede più concentrati nel suonare nelle città americane nelle quali non siamo ancora andati. In realtà abbiamo suonato di più in Europa che negli Stati Uniti. Nei prossimi mesi faremo concerti e festival a Portland (sia Maine che Oregon), Washington DC, Pittsburgh… e abbiamo anche delle altre offerte. In questi giorni stiamo ricevendo più proposte di live e tour di quanto abbiamo avuto in passato e speriamo di essere in grado di farne il più possibile, se la nostra agenda lo permetterà. Purtroppo abbiamo dovuto declinare un po’ di inviti sia europei che americani, ma speriamo di suonare almeno un concerto sul suolo europeo prima della fine dell’anno. Vedremo cosa riserverà il 2020…

Tu sei uno dei membri fondatori dei Funebrarum (assieme agli ex Evoken Nick Orlando e Dario Derna) e hai suonato con loro per molti anni. Adesso stai portando delle influenze death metal nel sound degli Evoken?

Non so se considerarmi un membro fondatore, ma ero nei Funebrarum dagli inizi e mi è piaciuto suonare con loro fino al 2015, anno in cui ho dovuto andarmene perché non avevo tempo da dedicare a più di un progetto. Li porto nel cuore e mi mancano tantissimo, ma ho seguito cos’hanno fatto negli ultimi anni e sono concerto di vedere che sono più attivi di prima. Gli Evoken hanno avuto delle influenze death metal (non black metal) sin dagli inizi e non credo che il mio ingresso nella band abbia avuto chissà quale impatto da quel punto di vista. Sono sicuro che troverete sempre del death metal nelle creazioni degli Evoken. 

Avete fatto qualche concerto con “Begotten” proiettato dietro di voi. Come mai avete scelto proprio quel film? 

Abbiamo iniziato a suonare con “Begotten” come “video backdrop” al Roadburn del 2011, perché avevano gli schermi. Molti gruppi proiettarono il loro logo, Vince invece se ne uscì con l’idea di avere questo film bizzarro e disturbante che andava mentre noi stavamo sul palco. Io lavoro in uno studio televisivo che si occupa di post-produzione, il che mi ha dà l’accesso ad alcune applicazioni e strumenti di editing e doppiaggio, così ho fatto un po’ di modifiche aggiungendo un titolo, il nostro logo, tagliando e rimontando alcune scene. Noi non coordinavamo quello che suonavamo con “Begotten” sul retro, ma a volte guardando lo schermo sembrava come se noi stessimo suonando quasi in sincrono con le immagini proiettate. Nell’ultimo anno abbiamo usato quel filmato per i nostri set al Madrid Is The Dark Festival, al Decibel Metal & Beer Fest e al Maryland Deathfest. Abbiamo avuto così tanti feedback positivi per aver usato quel video che forse faremmo qualcosa di simile legato ai temi di Hypnagogia.

Nel 2013 avete suonato alla doom night dell’Obscene Extreme assieme a Esoteric e Hooded Menace. Come hanno reagito le persone alla vostra musica ultra-lenta?

È stata un’occasione molto divertente. L’Obscene Extreme Doom Night era qualcosa di diverso per i fan del punk e del grindcore che c’erano quel giorno. Sono salite sul palco anche delle persone ubriache che hanno fatto mosh e stagediving, la prima volta che ci capitava una cosa simile! Mi sono sentito in sintonia con loro quando erano sul palco. La cosa più divertente di quel set è stata quando un punk ha abbassato i pantaloni di un amico e si è messo a sculacciarlo al centro del palco! Forse gli ha anche messo un dito in culo! Ma soprattutto, l’audience sembrava essere molto presa da noi e le cose sono andate molto bene. D’altronde era chiaro come molta gente all’Obscene Extreme prendesse il far festa molto seriamente. Il nostro show era di mercoledì prima ancora che il vero festival iniziasse e c’era molta gente probabilmente già ubriaca in maniera pericolosa che camminava come zombie o che sveniva nel camping a metà pomeriggio! Incredibile! 

Hai suonato per molti anni negli Abazagorath sotto il nome Nyarlathotep. Puoi dirci di più sulla band? 

Ho aiutato a formare gli Abazagorath nel 1995 e abbiamo quasi da subito contribuito allo sviluppo della cosiddetta “scena USBM”. Eravamo molto ispirati dalla prima e dalla seconda ondata black metal – Venom, Bathory, Mayhem, Darkthrone, Emperor, Marduk… – così come dal death/thrash “evil” di gruppi come Slayer, Sodom, Destruction e Possessed. Sono stato un grande appassionato degli scritti di H.P. Lovecraft sin dai primi anni dell’adolescenza: il mio pseudonimo doveva essere Nyarlathotep, il caos strisciante e il cacciatore nel buio che prevede la caduta dell’umanità e la fine del mondo. È stato un periodo matto e selvaggio per noi che eravamo poco più che ventenni, abbiamo liberao la nostra negatività e il nostro disprezzo per il mondo intorno a noi ed eravamo estremamente creativi e al 100% concentrati su ciò che stavamo facendo. Le principali uscite del periodo con me sono state Channelling The Ethereal Moons (1996), Tenebrarum Cadent Exsurgemus (1997), The Spirit Of Hate for Mankind 7” ep (2002), Enshrined Blasphemer  (2003), Sacraments Of The Final Atrocity (2004), Ancient Entities Arise, split CD con i Bloodstorm (2008), e Abazagorath (2012). Per non parlare di qualche demo, di promo, compilation in cassetta… Abbiamo suonato spesso intorno a New York con gruppi come Enslaved, Marduk, Impaled Nazarene, Deicide, Deströyer 666, Enthroned, Profanatica, Mortician, Suffocation, Vital Remains, Hell-Born, Black Witchery, Sadistic Intent e molti altri. Abbiamo preso parte al USBM Attack: Satanic Metal Vengeance Tour nell’Europa occidentale nel 2004 con Demoncy e Krief. È stata una bomba, vivere lo stile di vita Black Metal 24/7 per due settimane di vero inferno! (ride, ndr). È stato un momento molto importante per la mia crescita personale, il mio tempo negli Abazagorath ha posto le fondamenta per il resto della mia “carriera” musicale e in quegli anni si sono formati i legami e le amicizie con i membri degli Evoken che poi sono confluiti nella formazione dei Funebrarum e che nel 2008 mi hanno portato ad entrare negli Evoken stessi. Il batterista originale Warhead va ancora forte con la line up a 3 e fanno ancora roba di alta qualità, come il disco The Satanic Verses di qualche anno fa. Suonano ancora live, ad esempio hanno supportato i Varathron l’estate scorsa.

Quali sono le tue principali influenze come bassista?

Non sono un nerd del basso né un virtuoso, il mio modo di suonare non arriva ai livelli di un dio come Cliff Burton, che per me è il bassista metal definitivo. Sentendo i Metallica sono diventato un metallaro a vita, il suo stile mi ha portato a prendere in mano un basso. Io sono anche pesantemente influenzato da Geezer Butler, da Lars Tangmark dei Dawn svedesi e dalla performance di Fenriz su Kronet Til Konge dei Dodheimsgard. Sono anche attratto dal ruolo di leader che hanno avuto bassisti come Steve Harris, Leif Edling e Nikki Sixx nei loro rispettivi gruppi.