EKPYROSIS, Primordial Chaos Restored

I nostri lettori più attenti si ricorderanno che due anni fa abbiamo presentato gli Ekpyrosis, una band lombarda con base tra Monza e Lecco che era riuscita a stupirci positivamente col suo ep d’esordio Witness His Death, ulteriore conferma di come dalle loro parti la musica estrema fosse viva e vegeta. Se al tempo il loro sound era già maturo, da allora hanno dimostrato di saper fare anche di meglio. Primordial Chaos Restored esce a poco più di un anno di distanza dall’album di debutto Asphyxiating Devotion, che fu pubblicato da Memento Mori in cd e in vinile da Terror From Hell, la stessa che si occupa anche questa nuova release.

Asphyxiating Devotion aveva pezzi più lunghi e con tempi molto più rallentati rispetto a prima, dunque metteva gli Incantation sopra ad altre influenze. Il suono qui non è stato stravolto, stiamo sempre parlando di death metal con riff scuri e pesanti di derivazione americana: questi dettagli in Primordial Chaos Restored sono ancora più accentuati, senza che si sfoci mai davvero nel death/doom, conservando un songwriting più personale, con delle soluzioni molto funzionali che contribuiscono a rendere l’atmosfera più tetra possibile, ad esempio le armonizzazioni sui riff iniziali di “Abyssal Convergence” e “Instigation of Entropy” e la scelta di inserire un pezzo interamente acustico come “Chaos Condensing”, che funge da intermezzo prima che arrivi la mazzata finale con l’ottima cover di “Devoured Death” (Incantation, appunto: un po’ scontata, ma che male non fa).

Abbiamo di fronte solo quattro pezzi nuovi, ma è innegabile che gli Ekpyrosis stiano ancora una volta cercando di dare di più, in un tempo molto breve. Rispetto alla prima volta che ci siamo trovati a parlare di loro si presentano con una copertina (merito di View From The Coffin) e un logo (di César Valladares) migliori, con una produzione – sempre ad opera di Carlo Altobelli e del suo Toxic Basement – e un sound molto più definiti e scorrevoli. A questo punto non possiamo che stare a guardare in attesa del secondo full length a loro nome. Se queste saranno le coordinate, riusciranno ad arginare la monotonia che spesso contraddistingue molte uscite del genere. Nel frattempo, chi ancora non l’ha fatto veda di procurarsi questo cd.