EGREEN, Fare Rap Non È Obbligatorio Vol. 2
A sorpresa, Egreen fa uscire anche il secondo volume di Fare Rap Non È Obbligatorio, “The Green One”. Medesima linea, lo stile e la creatività si intersecano tenendo intorno a sé nuove voci come teste di un’idra in costante ricrescita.
Posse tracks ordite da un maestro di cerimonia, vero e proprio tributo all’Hip-Hop nel quale perdersi. La prima impressione è che questi due dischi potranno servirci a lungo per tenere d’occhio la crescita dei coinvolti, svelandone con calma le differenti personalità. Nel mare di rime, parecchie vanno a segno, come un rap che, in “Don’t Trust The Process”, recita: “… passato dai partigiani ai cortigiani…” o in “Ben Scandite” dove si dice: “… Faccio sempre rap ma a testo non sono granché, probabilmente perché a volte riguardano anche te”.
Variegate anche le produzioni affidate ad Azukori, Luca Romeo, DJ Fastcut, G Farmerz, Deal The Beatcrusher, Flatoearl e JayBee Vibes, a costruire sonorità che ci avvolgono in un disco che non lascia nulla al caso. L’insieme è coeso, traspare l’essere prosaicamente lavoratori e non artisti del rap, con la sveglia alle cinque in settimana “… compresa la domenica Cristiana / alla domenica non prego è una domenica operaia”.
Tutto ciò crea uno scenario in qualche modo old-school e aderente alla realtà, nel quale rime come “… io sto masticando fra’, dammi le forchette che ci metto amore come un vecchio nella sessione con il tresette…” o “… a me farebbe bene svoltare qualche bicchiere, a te farebbe bene qualche giornata in cantiere” si distinguono.
Pane al pane, vino al vino, dritti, per due dischi di fila.
Toma.