DOWNLOUDERS, Arca

DOWNLOUDERS, Arca

I Downlouders arrivano da Varese e si definiscono un “laboratorio di ricerca basato sull’improvvisazione e la sperimentazione”. Il gruppo è più o meno aperto e riunisce musicisti provenienti da alcune delle realtà della scena indipendente locale (tra i quali citerei almeno Encode e Mr. Henry, alias El Toxique, già visto da queste parti con il progetto ambient/drone Niton). Attivi dal 2008, negli anni si sono resi protagonisti di una serie di sessioni di improvvisazione estemporanea e album nei quali venivano definiti solo un tema da sviluppare e lo stile musicale con cui farlo.

Giungono ora a pubblicare Arca, ideato e registrato, come i precedenti, durante una session di una settimana in un casolare isolato (questa volta tocca alle colline piemontesi dell’alessandrino). Si tratta di un disco di space rock psichedelico, la sonorizzazione di un tema classico per il genere come un viaggio spaziale alla ricerca di nuovi mondi da abitare, a bordo di un’astronave biomeccanica, costruita ispirandosi all’organismo dei capodogli (cosa, questa, un po’ meno classica), come da copertina.
Gli otto musicisti (tanti sono all’opera in questo lavoro) maneggiano chitarre e synth, districandosi con abilità, ben sorretti da una sezione ritmica di stampo classicamente rock, fra suggestioni kraut e crescendo post-rock, sempre guidati da un modello che si può rintracciare nei dischi dei Pink Floyd tra A Saucerful of Secrets e Meddle.

Se la ricerca del suono perfetto degli strumenti è improntata a un’estetica vintage, la resa finale è meno vincolata a un preciso periodo storico, almeno rispetto a quanto le premesse farebbero pensare, ecco dunque che Arca non rischia di sembrare puro revival psichedelico. Si passa quindi dai synth stile Tangerine Dream di “FTL” ai Sigur Rós cosmici di “Deriva”, dalle chitarre gilmouriane di “Velocità Di Crociera” e “Moto Perpetuo” (sporcata da un ipnotico andamento mediorientale) al rhodes jazzato di “Spermaceti”, vetta melodica del disco, posta in conclusione di un lavoro di alto livello, in grado di soddisfare i palati più esigenti.

Se non riuscite a stare troppo a lungo lontani da Atom Heart Mother, se attendete ogni disco dei Godspeed You! Black Emperor come i bambini il Natale, e se lo scorso anno avete amato Ütopiya degli Oiseaux-Tempête, Arca potrebbe fare al caso vostro.