DEAF KIDS, Configuração Do Lamento

Nel mio live report dell’Obscene Extreme 2014 citavo un gruppo giovane che mi aveva molto colpito, non la classica formazione grindcore che possiamo trovare a un festival come quello ceco, ma una band che con queste sonorità c’entrava molto poco: i brasiliani Deaf Kids sono un power trio che proponeva un d-beat grezzissimo, pieno di riverberi e incursioni noise, in apparenza un bastardo tra Motörhead, Hellhammer, Killing Joke e primi Einstürzende Neubauten. Incanalarli in un genere preciso era impossibile. Risultavano però ancora un po’ acerbi, ma pensai che avrebbero fatto strada. Ora, a distanza di tre anni, posso dire di aver avuto ragione. Sono stati notati da Steve Von Till dei Neurosis che ha subito colto la particolarità del terzetto e ha deciso di ristampare per la sua Neurot Recordings il loro disco del 2016, Configuração Do Lamento, uscito in cassetta in edizione limitata per il loro tour europeo dell’anno scorso per RAW Records, Burning London Recods e Untitled Tapes. Un grande salto di qualità che non capita a tutti.

Ascoltando il disco posso confermare che questo passaggio su un’etichetta di tutto rispetto è stato più che meritato. Dura poco (solo 22 minuti) ma dimostra una maturità e un carattere che non c’erano ancora ai tempi dell’OEF. La componente industrial ha preso il sopravvento e le incursioni noise sono sempre più frequenti, senza che per questo il gruppo rinneghi il verbo dei Discharge. Ci sono anche molti ritmi tribali, con un massiccio uso di percussioni come su “Entranhas” e “Mordaça”, che esplode nella danzante “Distopia Permanente”, una sorta di samba in cui una verve tropicale incontra appunto un rumorismo tipicamente industrial. È evidente come Dovglas Leal (il fondatore di questo ensemble, che prima era solo una one man band) e i suoi colleghi abbiano ricercato a lungo un sound sempre più particolare. Quello che era un d-beat molto standard nel demo 6 Heretic Anthems For The Deaf si è evoluto nel corso degli anni, fino ad arrivare a quello odierno. Il gruppo oggi suona molto sudamericano e questo si riflette anche nei testi, in cui spesso emerge la tematica del colonialismo (vedi “As Mesmas Ferramentas, Os Mesmos Rituales”).

La voce, come vuole la tradizione, è perennemente riverberata e i riff di chitarra sono quasi indistinguibili. Lo strumento che emerge di più è la batteria, che conduce le distorsioni alienanti in un tropicalismo inaudito. Configuração Do Lamento è come un ipotetico incontro tra Blixa Bargeld e Antonio Carlos Jobim. Non avete scuse per continuare a ignorare i Deaf Kids: finalmente un nome in grado di aggiungere qualcosa in un panorama musicale dove tutto è ordinato in compartimenti stagni, dove molte band che si definiscono “sperimentali” sanno di vecchio e di già sentito. Se cercate qualcosa di unico allora compratevi questo disco e non ve ne pentirete.