CULT OF RIGGONIA, Orbed Porches

Folk psicoattivo che si barcamena fra lingue ignote, chiptune, quintomondismo ed esotismo d’accatto: i Cult Of Riggonia, oscuro quartetto di Athens in Georgia, non potevano che accasarsi presso Artetetra, etichetta italiana ma dalla spiccata attitudine glocal, che abbiamo imparato a conoscere bene sulle nostre pagine, prima ancora dei buoni uffici di Simon Reynolds. Orbed Porches è un saggio di euforia droghereccia e assopimento estatico dal quale ci si lascia sopraffare di buon grado. I quattro si divertono a inventare assonanze con la musica del Sudest asiatico, a imbastire fumiganti melodie levantine, a procurare suggestioni che travalicano ogni confine geografico e stilistico, passando con la rapidità di uno Snake Agent (e la sua stessa bassa definizione) dalle Qraqeb marocchine alle fisarmoniche da balera. La chitarra sembra essere comunque il baricentro sul quale si impernia il resto dell’arsenale – metallofoni, percussioni, sitar veri o presunti tali, taglia e cuci di nastri – dispiegato in questa deliziosa policromia ripartita in sedici tracce brevi e dirette. Da ascoltarsi con una bussola a portata di mano.