CRIME, First Crime

I cileni Crime debuttano con questi tre pezzi di puro e divertentissimo heavy metal, figlio dei Motörhead più veloci e sanguigni, ma anche di un certo modo di essere punk, caciarone e sguaiato. Originari di Santiago, suonano in maniera sboccata e senza fronzoli, con quella sana incoscienza giovanile che porta sbattersene di tutto e di tutti.

Il loro è lo score ideale per le notti passate in giro in una grande città, in cui tutto all’improvviso muta col calare delle tenebre. Ci si muove tra inseguimenti, rapine e autodistruzione. È in quel momento che freak e degenerati di tutti i tipi sbucano striscianti da ogni anfratto, per infettare l’ambiente circostante. Rischioso, ma eccitante allo stesso tempo. Due aggettivi che calzano a pennello ai Crime, il cui fine ultimo è rappresentare tutto questo. In un turbinio di violenza, sesso e droghe i due cesellano tre pezzi tanto semplici nella loro costruzione, quanto dannatamente coinvolgenti. Un sound pericoloso, in cui il tutto è giocato sulla velocità e sulla crudezza spietata della vita di strada. Il riffing è travolgente, la sezione ritmica pesta a martello e una voce scartavetrata è l’ideale per condurci in questo cerimoniale della perdizione. Una registrazione secca e quasi live regala inoltre il giusto impatto alle canzoni. Menziono da ultimo la copertina, quasi infantile nella sua rozzezza, ma che descrive alla perfezione ciò che viene proposto in questo ep.