COUGH, Still They Pray

COUGH, Still They Pray

Ci sono voluti cinque anni affinché i Cough tornassero sulle scene. E lo fanno da veri signori quali sono. Questo Still They Pray (prodotto da Oborn degli Electric Wizard) ci consegna un gruppo per il quale l’aggettivo stratosferico rischia di essere alquanto riduttivo. Il loro doom venato di psichedelia e con elementi progressive è un viaggio mentale stralunato, incredibilmente affascinante e coinvolgente. La dilatazione spazio-temporale che i Cough hanno creato per questo loro comeback è un qualcosa di difficilmente descrivibile: è come essere catapultati in un vortice da colori accecanti e tangibili, dentro cui la nostra anima si eleva e si espande in maniera pulsante mentre tutto è in continuo mutamento. Ci sono alienazione e una sorta di pessimismo cosmico nel turbinio di riff che vi tortureranno il cervello mentre vi sentirete come idealmente sospesi in un non-tempo e in un non-spazio. La voce ammaliante di Parker Chandler vi catturerà subito, in un crescendo emozionale inarrestabile, Un drumming poderoso scandirà il tempo di questo percorso verso l’ignoto e, accompagnato da un basso lancinante, creerà un’atmosfera mistica intorno a voi.

Coi Cough si rischia sempre di dire troppo poco oppure di esprimersi con banalità superficiali. Una cosa però ve la posso assicurare : sono un gruppo semplicemente immenso, un’esperienza catartica, il cui cerchio magico qui si chiude con la sognante “Still They Pray”, veramente da pelle d’oca.