CONFUSIONAL QUARTET, Confusional Quartet

Confusional Quartet

Attivi tra la fine degli anni Settanta e la prima metà degli anni Ottanta, i Confusional Quartet fecero parte dell’ondata dei nuovi gruppi che rivoluzionarono la scena bolognese di quell’epoca, insieme a Skiantos, Gaznevada e Stupid Set. Il gruppo formato da Lucio Ardito, Marco Bertoni, Gianni Cuoghi ed Enrico Serotti, nello specifico, non ebbe paura – nonostante la giovane età dei  suoi componenti – di creare un suono che prendesse le influenze del rock progressive, del rock e del jazz, compattandole in una miscela esplosiva. Il primo lp omonimo uscì nel 1980 per l’Italian Records e l’anno dopo seguirono un mlp e un flexy. Le quattordici tracce strumentali si muovevano tra atmosfere da film poliziesco anni Settanta (Goblin, Osanna e altre band italiane avevano già tracciato il sentiero in questo senso, insieme a mostri sacri come Morricone, Bixio, Tempera, Cipriani…), surf, intuizioni futuriste e free jazz. Il tutto trovava la sua sublimazione in una versione di “Volare” praticamente irriconoscibile, a parte un dissonante pezzo del famoso incipit. La storia del gruppo si interruppe di lì a poco per poi venire ripresa trent’anni dopo, grazie all’album Italia Calibro X.

Nel 2012 i Confusional Quartet ritornano ancora con un nuovo album omonimo, disponibile in cd, lp e formato digitale, nel quale con undici inediti rinforzano la loro fama di gruppo “tosto” e ispirato, iniziando con “Futurfunk”, brano teso e con sezione ritmica in prima linea, dove si avvalgono dell’aiuto di Bob Rifo/The Bloody Beetroots. La band non si è riformata per cavalcare l’onda dei ritorni più o meno famosi, bensì perché aveva qualcosa da dire, lo testimonia anche la qualità degli altri pezzi che potete trovare in questo disco stampato da Hell Yeah: “Kursaal”, “Ritmo Speed” o “Forza Dell’Abitudine” sarebbero perfetti come colonna sonora di un action movie dalle note drammatiche, grazie al loro ritmo incalzante che assomiglia a mille battiti di zombi alla porta. Anche negli episodi più jazz/swing come “Cani Alla Menta”, “One Nanosecond In Tunisia”, “Verme” o “Sensosan”, le dissonanze incontrano melodie e unendosi si infrangono in accelerazioni che provocano inebrianti vertigini. Mixato da Giulio “Ragno” Favero (Teatro Degli Orrori, One Dimensional Man), Confusional Quartet è un lavoro che mi sento di consigliarvi senza dubbio alcuno. Chissà se prima o poi avrò l’opportunità di vederli dal vivo…