HIS CLANCYNESS, Vicious

His Clancyness

Ora che Lou Reed è scomparso, il mondo della musica, sempre più popolato da gruppetti e cantantini, piange ancora più di prima. È per questo che chiamare un disco col titolo di uno dei suoi brani più famosi comporta una certa dose di responsabilità, specie se poi fai una copertina che rimanda nemmeno troppo vagamente a Rock ‘n Roll Animal, uno dei suoi album più rappresentativi, benché dal vivo, e uno dei più bei live della Storia del Rock. Questo è quello che hanno fatto gli His Clancyness, che alla lontana, ma nemmeno troppo, potrebbero essere uno degli innumerevoli nipoti o pronipoti dei Velvet Underground nati negli ultimi cinquant’anni. La compagine con base a Bologna, più che altro un progetto solista dell’italo-canadese Jonathan Clancy (Settlefish e A Classic Education), firma a questo giro per la Fat Cat, e sforna un riuscito disco indie-rock. Questo è, anche se il termine comincia a far schifo un po’ a tutti. Ad ogni modo, indie-rock o meno, quello degli His Clancyness è un lavoro composto da ottime canzoni, che pescano dalla scuola americana del suddetto genere, facendolo convivere con new wave e post-punk, mischiandolo col country e dandoci una spruzzata di synth. Non c’è da aspettarsi la solita accozzaglia di generi citati e rivisti alla rinfusa, bensì un album coeso e personale, che non inventa ma che senz’altro reinventa, senza però rivoluzionare. Di rivoluzioni, del resto, ha bisogno il mondo, mentre la musica può alle volte anche farne a meno, accontentandosi di essere soltanto scritta e suonata bene. Di questi tempi, trattasi di oro colato.

Tracklist

01. Safe Around The Edges 02. Miss Out These Days 03. Gold Diggers 04. Hunting Men 05. Slash The Night 06. Run Wild 07. Machines 08. Avenue 09. Crystal Clear 10. Zenith Diamond 11. Castle And Ambient 12. Progress