CHRIS ABRAHAMS, Fluid To The Influence

CHRIS ABRAHAMS, Fluid To The Influence

Vertigo dei Necks è stato uno dei dischi più riveriti del 2015, un album magnetico e allo stesso tempo destabilizzante. Lo scorso 8 aprile il pianista del gruppo, Chris Abrahams, ha pubblicato per Room40, l’etichetta di Lawrence English, Fluid To The Influence, un disco che, come quelli della formazione australiana, si colloca al di fuori di tutti i paletti di genere, sospeso fra il jazz d’avanguardia, il minimalismo, la classica moderna e tanto altro ancora. Abrahams ha coltivato parallelamente alla militanza trentennale nel gruppo una sua nutrita discografia, solista o in collaborazione con musicisti come Mike Cooper, Lucio Capece, Alessandro Bosetti e altri: al contrario dei lavori firmati The Necks però, quasi tutti caratterizzati da lunghe composizioni senza soluzione di continuità (hanno sempre privilegiato il formato cd per questo motivo), i dischi del pianista presentano una divisione in tracce più convenzionale nella durata.

L’album è stato prodotto attraverso la sovrapposizione di materiale precedentemente registrato ed accumulato nel tempo a parti frutto di improvvisazione. Lo stile di Abrahams non lascia modo di annoiarsi, alterna un procedere per scarti improvvisi alla reiterazione ossessiva in stile Charlemagne Palestine; oltre che con il pianoforte, l’australiano si cimenta disinvoltamente con l’organo, i sintetizzatori, la chitarra (utilizzata in maniera piuttosto peculiare) e le percussioni, private della loro funzione ritmica. Un ruolo fondamentale è rivestito dai field recordings, che costituiscono l’impalcatura su cui si regge l’intero progetto. Nella traccia d’apertura una prima parte a base di organo minimalista e chitarra slabbrata viene appiccicata a una seconda parte di noise in stile Yellow Swans: praticamente due pezzi diversi e distinti in un’unica traccia. Il resto dei oscilla fra due opposte tendenze: si gioca con i vuoti come in The Stones Continued Intermittently o al contrario prevale l’horror vacui come nel gamelan ipertrofico di Trumpets Of Bindweed.

Nel recensire Vertigo vi raccomandavamo di provare ad ascoltarlo nelle ore notturne, per quanto riguarda Fluid To The Influence vi consiglierei di ascoltarlo con le prime luci del mattino: non contribuirà forse a farvi ritrovare lucidità ma vi aiuterà ad iniziare la giornata in maniera scintillante.