CHAMBER OF UNLIGHT, Realm Of The Night

Nata inizialmente dal sodalizio tra Necrosis (al secolo Juha Harju, già bassista in Deathchain e Ajattara e frontman in Chaosweaver) e Kassara (prolifico batterista oggi attivo in gruppi del calibro di Horna, Bythos e degli stessi Deathchain), la band finlandese Chamber Of Unlight vanta una line-up di tutto rispetto, con altri due Horna oltre al batterista (VnoM al basso e Infection alla chirarra) più un secondo chitarrista, Leper, che è stato recentemente inglobato nella formazione live degli Ajattara. Nomi promettenti, dunque, e idee piuttosto chiare: dopo una demo, uscita nel 2017, reigistrata dalla formazione iniziale, la band ha esteso la line-up e recentemente pubblicato l’album di esordio, Realm Of The Night, su Werewolf Records.

Nonostante la presenza di veterani della scena black metal finlandese, Chamber Of Unlight propone un sound decisamente ispirato alla Norvegia dei primi anni Novanta: l’uso massiccio dei synth, quasi a discapito delle chitarre (complice una produzione orientata in tale direzione), ricorda da vicino i capitoli più oscuri degli Emperor, e a tratti sembra davvero che il tempo si sia fermato. I cori su “On The Path Of Thy Sorrow”, tra tutti, trasmettono una solennità intrisa di devozione al Signore delle tenebre, e l’eccellente lavoro batteristico, unito a una metrica serrata che in qualche modo riesce a farmi apprezzare la voce molto reverberata, creano un’alchimia vincente carica di una forte componente emotiva. La successiva “From Grey Tombs” presenta qualche sentore più marcatamente finnico nel riffing, che però risulta penalizzato da già citate scelte di produzione. I diversi registri canori utilizzati nel brano, però, riescono a farlo spiccare rispetto agli altri, rendendolo a mio avviso il punto più alto dell’album, assieme a “Slumber”, penultima traccia, in cui convivono lentezza e furia assassina, grazie all’ottimo drumming di Kassara.

Realm Of The Night è un lavoro discreto, a tratti eccessivamente manieristico, ma è lecito pensare che tale caratteristica sia determinata da una scelta piuttosto che da una mera casualità o, addirittura, da pigrizia. Nell’insieme rappresenta un compendium nostalgico che celebra un capitolo fondamentale nella storia del black metal europeo, quindi ben venga: d’altronde, è proprio con quelle sonorità che i componenti della band si sono avvicinati al genere.