CARTER TUTTI VOID, Transverse

Transverse

Per capirci, anche se ce n’è bisogno solo in parte: Carter Tutti vuol dire Chris & Cosey ovvero metà Throbbing Gristle. Chris Carter, si dice, è stato il più “tecnico” dei quattro, quello che più di tutti era interessato a realizzare musica elettronica. Nik Void suona la chitarra coi Factory Floor, novità emersa dall’apparentemente infinito recupero del post-punk, quello che a sua volta si rifaceva a certe inclinazioni metronomiche del kraut. Un anno fa, dopo che i Factory Floor hanno aperto per la coppia, tracciano insieme le direttrici principali di quella che sarà una sessione improvvisativa al festival della storica Mute Records. Oggi la sessione si trova su cd e vinile. Piace scrivere e pensare di incontro fra generazioni (siamo a livello genitori-figli) e c’è un bel po’ su cui riflettere: cos’è esattamente Transverse? La bellezza pura di un incontro artistico? Retromania al cubo (non suono il passato, suono col passato in carne e ossa)? Il vecchio che si inietta sangue giovane, cooptandolo (in un altro campo da gioco: le popstar attempate che si prendono il produttore/il feat. del momento)? Un’etichetta che mostra come la sua visione sia costante nel tempo eppure diversa, soprattutto mai morta (vedi anche la 4AD)? Tolte queste suggestioni, dimenticati i nomi, Transverse potrebbe in ogni caso essere preso per un disco realizzato da dei Neu! malati, grazie alla sua sezione ritmica technoide invariabile/ipnotica e le divagazioni noise vocali e chitarristiche a far da contorno. Quattro pezzi (più una bonus track) omogenei, tutti dark, asettici e penetranti, che riescono più di una volta a portare a spasso con loro l’ascoltatore. Inutile precisare come il pubblico presente a un evento del genere fosse più che entusiasta, ma anche quello a casa nel 2012 non si dirà pentito dell’acquisto. Un artwork adatto – perché furbescamente retrò – completa il quadro della situazione. Basta solo non gasarsi troppo.


Tracklist

01. v 1
02. v 2
03. v 3
04. v 4
05. v 4 Studio (Slap 1)