CANDOR CHASMA, Il Dipinto Ucciso [+ full album stream]

Il nuovo disco di Simon Balestrazzi e Corrado Altieri prende le mosse da un libro del 1993 di Paolo Di Orazio, scrittore horror, disegnatore (qui l’artwork è suo) e batterista dei Latte E I Suoi Derivati (Lillo e Greg, per capirci). Chi segue le vicende di Balestrazzi e Altieri s’è già accorto di come spesso ci siano espliciti riferimenti letterari e filosofici nei loro lavori solisti e a più mani. Viste le loro origini musicali sembra scontato da parte loro attingere al genere proposto da Di Orazio, ma, dopo che ti sei confrontato con ogni tipo di autore e di suggestione, penso tu abbia il diritto di prendere spunto da quello che vuoi.

“Nove tracce, nove eventi di psichedelia avanzata”. Lo scrive un entusiasta Di Orazio in sede di presentazione. È interessante che lui la veda così, perché non è la prima volta che mi capita di sentire che queste musiche altro non siano che psichedelia. Forse ammalata, ma pur sempre psichedelia. Per quanto mi riguarda siamo di fronte alla riuscita unione tra le tessiture atmosferiche di Balestrazzi e gli strumenti chirurgici per mutanti di Altieri. Per la maggior parte del tempo si respira aria viziata in luoghi opprimenti, la tensione è palpabile, lo stomaco comincia a contorcersi e il cervello pian piano perde la presa sulla realtà. Inevitabilmente, visto l’oggetto attorno al quale ruota l’album, ci sono squarci più aggressivi, immagino appunto gestiti da Altieri, che spesso come pasta del suono mi ricorda i Bloodyminded di Solotroff.

Di Orazio è definito il capostipite dello splatterpunk italiano. Ho letto tanti anni fa l’antologia “Splatterpunks: Extreme Horror” e il curatore Paul M. Sammon scriveva che questo tipo di letteratura deve andare a toccare e ridiscutere tutti i tabù, perché “there are no limits”, come recita la tagline di “Hellraiser”. Uno degli interrogativi finali coi quai ci lascia questo lavoro è: come si sovvertono le regole interne del mondo sonoro estremo al quale associamo i Candor Chasma?