CALIBRO 35, Decade

È giunto il tempo per i Calibro 35 di spegnere la decima candelina sulla torta. In questi anni di carriera il quartetto milanese di passi avanti ne ha fatti: quelli che nel 2008 riproponevano con grande classe le colonne sonore dei poliziotteschi/noir degli anni Settanta, rispolverandole e rivisitandole come meglio non si poteva fare, hanno raggiunto la fama internazionale, venendo anche campionati da due pesi massimi dell’hip hop come Dr. Dre e Jay-Z. La definizione di “crime funk”, però, è sempre stata loro un po’ stretta: se da un lato definisce al meglio il loro stile, dall’altro li relega fin troppo a quel periodo. Album dopo album hanno sempre più ricercato un linguaggio personale, per non essere etichettati a vita solo come un buon gruppo di esecutori. Un intento simile era già intuibile nel precedente S.P.A.C.E., con la sua voglia di distaccarsi e partire alla ricerca dello spazio profondo e della fantascienza. Con questo nuovo Decade il bisogno di sperimentare ha raggiunto nuove frontiere con l’inclusione degli Esecutori di Metallo Su Carta, una piccola orchestra di sette elementi con archi e fiati, che aumenta il pathos su diversi brani e arriva fin dove il solo Enrico Gabrielli non riesce (nonostante già suoni le tastiere, il sassofono, il violino e altri strumenti mai visti prima su un loro album come il dan bao). La direzione da percorrere, anche senza un film da commentare, è quella della colonna sonora. Le undici composizioni qui presenti sono pensate per descrivere uno scenario che non può che avere una sua storia ideale, anche solo ipotetica. Non vi aspettate però, con tutte queste persone coinvolte, il funk esplosivo intriso della grande tradizione della big band tipico di Franco Micalizzi. I toni sono molto più pacati, le atmosfere sono soffuse e misteriose, a tratti drammatiche: possono ricordare il Morricone del periodo noir o anche diverse sonorizzazioni a opera di Piero Piccioni. C’è anche una notevole propensione per il jazz, com’è evidente nell’iniziale “Psycheground”. Pregevoli poi le divagazioni acustiche su “Pragma” e “Modulor”, con un ottimo dialogo tra tastiere e chitarra. È invece un po’ debole il singolo “SuperStudio”, molto incalzante come quelli già scelti per altri album, ma anche abbastanza fiacco nel complesso.

Se siete alla ricerca della tensione, avete sbagliato disco. Decade è un episodio molto raffinato, in cui i Calibro 35 hanno ulteriormente posto l’accento sulle loro capacità come strumentisti e arrangiatori. Il che è legittimo, quando si ha un talento simile. È un disco però molto meno scorrevole rispetto alle loro precedenti prove in studio ed è quello che succede quando si sceglie un percorso del genere. D’altro canto, risulta comunque godibile e si lascia ascoltare molto bene. Non è musica da inseguimenti, ma conserva il suo fascino metropolitano (come la copertina suggerisce). In macchina gira alla perfezione.