BRUTAL TRUTH / BASTARD NOISE, The Axiom Of Post Inhumanity

Brutal Truth Bastard Noise

Uno dei tanti miti da sfatare sul noise (in particolare sull’harsh noise) è che, per suonarlo, basti comprarsi due pedali, un laptop, qualche software… e il gioco è fatto. Al contrario, come in tutti i generi musicali, vige la regola aurea del “se non hai idee da trasmettere e i giusti mezzi per realizzarle, difficilmente verrà fuori un buon lavoro”: questo split non ne è altro che la dimostrazione.

La collaborazione tra Brutal Truth e Bastard Noise non è niente di così strano, dal punto di vista concettuale: un vecchio gruppo grindcore col vizio della sperimentazione da un lato, dall’altro una band che (ultimamente) è tornata al powerviolence. Presentato così, nulla di nuovo, ma se teniamo presente che entrambe le formazioni hanno deciso, per quest’uscita, di concentrarsi solo sull’harsh noise, le carte in tavola cambiano completamente. Non contenta di questo stravolgimento, la Relapse Records ha ben pensato di dividere le sessions in due uscite differenti (che verranno qui analizzate come una sola): una in cd e una in lp, con una tracklist diversa ciascuna, ma con lo stesso disegno. Pensare ai Brutal Truth in versione harsh non è così difficile: sull’ormai storico Sounds Of The Animal Kingdom, ben sedici anni fa, c’erano alcune tracce totalmente sperimentali, anni luce lontane dal grind, come “Blue World”, la cover di Sun Ra “It’s After The End Of The World” e la conclusiva “Prey”, di ben 21 minuti. Visti questi precedenti, Dan Lilker e soci hanno pensato di ripetere l’esperimento per quest’occasione. Il problema è che, di quel disco, i momenti meno rilevanti sono proprio quelle digressioni noise sopra elencate. Per questo motivo, le tre tracce del loro lato non sono niente d’interessante: un rumore di fondo che ricorda quello di un frigorifero acceso, con pochissime variazioni, per venti minuti, è qualcosa che darebbe ai nervi a chiunque, figuriamoci chi non ama il genere. Per quanto riguarda i Bastard Noise, il discorso è ben diverso: essendo nati come gruppo harsh noise, si può dire che qui giochino in casa. Il loro sound è in grado di assumere diverse sfaccettature: si passa dai loop elettronici alle atmosfere più ambient, che in questa uscita vanno per la maggiore. Se nelle precedenti il “vocione” di Eric Wood era quasi sempre presente, questa volta manca del tutto (a parte l’inizio di “Preemptive Epitaph For The Living”): i pezzi sono interamente strumentali, sui 4-5 minuti ciascuno, eseguiti anche questa volta con apparecchi analogici, alcuni dei quali costruiti dalla band stessa. Ormai il contributo di Aimee Artz non è legato solo alle parti vocali dei pezzi powerviolence, ma è importantissimo anche in sede elettronica. Forse il loro lato non raggiunge le vette qualitative di Our Earth’s Blood o The Rogue Astronaut (ben più alienanti e dissonanti), ma ribadisce l’incredibile talento del gruppo californiano, che potrebbe tranquillamente tornare a fare solo questo genere, tralasciando il recente ritorno alle sonorità più vicine ai Man Is The Bastard.

Come potete immaginare, questo split è consigliabile solo agli amanti delle sperimentazioni e del rumorismo elettronico, gli altri possono tranquillamente lasciar perdere l’acquisto.

Tracklist (cd)

01. Bastard Noise – The Duel Of The Ant And The Dragonfly
02. Bastard Noise – The Horizon On Lynx
03. Bastard Noise – Horned Beetle Conflict
04. Bastard Noise – Mantis Colony
05. Brutal Truth – Control Room: Smoke Grind And Sleep Mix
06. Brutal Truth – The Stroy

Tracklist (lp)

A Brutal Truth – Control Room: Peace Is The Victory Mix
B1 Bastard Noise – Preemptive Epitaph For The Living
B2 Bastard Noise – The Antenna Galaxies (NGC 4038-4039)
B3 Bastard Noise – Frack Baby Frack