BRONSON ARM, Casket Schwagg
È passato poco più di un anno dal primo album lungo dei Bronson Arm, temibile duo creato da Blake Francis Bickel e da Garrett Michael Yates. Ripartono come fossero una versione compressa ed elastica dei Q.O.T.S.A. migliori, ma subito chiariscono che a loro la personalità non manca: la senti nelle pause, negli attimi dove la voce si ferma abbassandosi e gli strumenti risuonano in qualche modo oscuri e oppressivi. Prendete “Wrong Energy”, vera e propria cappa nera che schiaccia l’ascoltatore sotto un’influenza maligna. Ma in realtà – come da titolo – “To Live Deliciously” è possibile, certo, basta riuscire a schivare la gragnuola di proiettili a velocità variabile che i Bronson Arm sparano, con la chitarra baritono come guida e da dietro i colpi incessanti delle pelli. Casket Schwagg viaggia più che bene con torbida mollezza, ergendosi improvvisamente in vitali punte come una “Drain The Coffer” dall’impeto punk. Quasi impossibile resistere al suono saturo della band, alla voce che in “Vestigian Tail” sembra provenire da metri dietro a una coltre di suono, e manda a bersaglio ogni singolo battito, ogni granulosa botta di chitarra, scariche a bassa intensità che non fanno prigionieri. Per l’ultimo brano in scaletta, “Obscenity In The Milk” i Bronson Arm tirano a bordo anche una seconda chitarra guidata da Connor Boyle, che amplifica ancor di più un paesaggio pulsante e nervoso, che cresce fino a diventare un quadro in movimento, dove i colori si aizzano come fiammate e alla chiusa ci ritroviamo a bocca aperta, a guardare verso Kalamazoo, con un cenno di assenso, sazi e felici. Molto più che una conferma Casket Schwagg, ora speriamo di poterli incrociare anche dal vivo.