BOY HARSHER, Careful

BOY HARSHER, Careful

I Boy Harsher non sono proprio gli ultimi arrivati nel mondo electro-gothic: da ormai quattro-cinque anni compongono ritmi synth-pop incalzanti intrecciati con la voce eterea di Jae, che tende sempre più verso gli spasmi e il supplizio piuttosto che verso le più codificate atmosfere angeliche. La band, in ogni caso, continua ad avere una stretta connessione col Do It Yourself, il che la porta ancora a suonare nei centri sociali, mettere in circolo musicassette e a avere un approccio superfamiliare col pubblico; questo va splendidamente in contrasto con il luogo comune che tutto ciò che fa parte dell’underground debba avere necessariamente un suono sporco, grezzo o ridotto all’osso, dato che, nonostante la perenne dimensione glaciale, i suoni dei Boy Harsher sono strutturati e ragionati e la ricerca nella loro produzione è meticolosa e precisa.

Con il recentissimo Careful, Jae e Gus sfoggiano tutte le sfumature dance del mondo goth/new-wave: si va da quelle più classiche di “Face To Face”, che strizza l’occhio ai capisaldi Soft Cell o ai primi Talk Talk, alle atmosfere più minimali di “Fate”. Non mancano mai ottime armonie facilmente assimilabili (soprattutto per quanto riguarda le voci) accoppiate a ritmi serrati, marziali e in debito con le discoteche in stile Batcave. Né si fa a meno di inserti orientali, come le percussioni in “Fate” o in “The Look You Gave”, che in questo caso si mischiano alle rumoristiche industrial. “LA”, invece, è un brano che non disdegna prendere influenze dall’Hi-NRG delle saune gay e delle disco americane, da Patrick Cowley e dal mondo cruising. “Come Closer”, dal canto suo, è decisamente più ebm, per come aumenta lo spettro degli arpeggiatori e strizza l’occhio alla scena nord-europea (Covenant o Apotygma Bezerk, ad esempio). L’album si chiude con un paio d’interludi strumentali di matrice industrial che vanno ad incorniciare “Lost”, dall’atmosfera meno pesante e che in qualche modo richiama i TRST del primo periodo oppure una versione contemporanea dei Propaganda.

Anche quando i toni si alleggeriscono, emerge più che suadente Jae e questa sua personalissima idea “soul” di guidare l’ascoltatore nei meandri più romantici della malinconia. Prendete e perdetevi all’interno di Careful.