BLOOD INCANTATION, Timewave Zero [+ un meme sugli Opeth]

Nel 2022 ci sono ancora metallari che si sorprendono che una band metal faccia qualcos’altro, tanto che qualche mailorder ha messo dei disclaimer sotto la copertina di Timewave Zero. Nel 2022, per inciso, non è possibile sorprendersi, perché si sa sempre tutto prima e si ascolta tutto prima. I Blood Incantation sono in realtà persone semplici, basta poco per capire che sono matti per la fantascienza, che ascoltano i Morbid Angel e i Pink Floyd, non chissà quali nomi esoterici per qualunque persona al mondo. Fossero italiani, sarebbero quelli che ogni giorno mangiano spaghetti al pomodoro e già quando mettono il prosciutto sopra la Margherita si sentono un po’ sporchi. È assolutamente pensabile (sì, sono stati più coraggiosi della media, per carità) che abbiano deciso di pubblicare un disco del tutto atmosferico, ricorrendo a suoni che tra l’altro nel resto del panorama musicale sono mega-inflazionati, perché se c’è stato un revival death metal omnipervasivo negli anni Dieci, di sicuro da inizio 2000 c’è stato un ancora più consistente e asfissiante revival kraut (in ogni sua possibile forma, dai discendenti dei Neu! ai nuovi corrieri cosmici). Ecco, l’accusa che si potrebbe muovere alla band è quella di essere troppo nostalgica, di giocare troppo sul sicuro anche quando si produce in una mossa inaspettata come questa. Inaspettata fino a un certo punto, comunque: mi viene in mente un pezzo come “Meticolous Soul Devourment” (ah! I titoli death metal!) di Starspawn oppure “Inner Paths (To Outer Space)” da Hidden History Of The Human Race. Senza nominare Tangerine Dream o Cluster, infatti, potremmo provare a mettere Timewave Zero, i suoi synth analogici e i suoi scenari bui, aperti e vastissimi vicino a quelli dei dischi di Emeralds, Oneohtrix Point Never (che poi ha fatto tutt’altro), Expo Seventy, M. Geddes Gengras e via andare, e chiederci chi ci gasa di più. Devo dire, fatti i confronti, che i Blood Incantation non hanno nulla da invidiare a tutti questi nomi che qualche anno fa erano sulla bocca degli indie-boys, gente che nello stesso periodo incensava James Ferraro, quindi non è stato difficile scegliere da che parte stare. I fan del gruppo dovrebbero comprarlo – con calma eh, magari aspettando qualche sconto o qualche “bundle” – se davvero vogliono capire a fondo come pensano questi 4 signori. Hanno il mio appoggio, per quanto può valere. Curioso di vedere come integreranno dal vivo questi pezzi col resto del materiale.

timewave zero

Tracklist

01. Io (21:00)
02. Ea (19:40)