BLACK SHAPE OF NEXUS, Malte

Black Shape Of Nexus

Negative Black è uno degli album che nell’ultimo periodo ci hanno colpito con maggiore forza: un concentrato di rumori ostili e suoni dilaniati grondante negatività e voglia di spingersi oltre. Difficile da incasellare nei soliti generi o rinchiudere in qualche etichetta di comodo, si avvicina piuttosto ad alcuni lavori “solitari” che nel corso del tempo hanno saputo lasciare un segno nell’immaginazione degli ascoltatori, proprio per la loro natura ostile e restia alle classificazioni. Era, pertanto, doveroso provare a saperne di più.

Negative Black si presenta come un disco impressionante, in grado di spingere ancora oltre il vostro songwriting  e di aggiungere nuove sfumature al vostro linguaggio. È stato difficile realizzare un album del genere, da cosa siete stati ispirati?

Malte (vocals/noise): Comporre Negative Black non è stato poi così difficile, perché la maggior parte delle tracce si basano su jam e prove che abbiamo realizzato parecchio tempo fa. Ciò che abbiamo fatto è stato riascoltare le vecchie registrazioni e arrangiare il tutto. Ma è stato molto difficile tornare in sella dopo il periodo brutto che abbiamo attraversato nel 2009/2010. Anche il processo di registrazione non è stato semplice, specialmente per il nostro chitarrista Ralf, che si è occupato anche del missaggio.

Eravate consapevoli della forma finale che il suono avrebbe preso o si è trattato piuttosto di lasciar fluire liberamente l’energia?

Di certo ciascuno di noi aveva le sue preferenze personali su come avrebbe voluto che suonasse, ma credo che alla fine ciascuno sia soddisfatto del risultato raggiunto. Ciò che cercavamo era unire la componente noisy assieme all’energia live.

Mischiate una forte base sludge con un approccio più sperimentale, così da ottenere qualcosa di unico. Credi che ciò derive dalle differenti personalità coinvolte o, piuttosto, esiste un’apertura mentale che accomuna chi fa parte della band?  

La parte sperimentale/noise/drone è ciò che ci tiene uniti e ci fa andare avanti. Ciascuno, poi, è libero di aggiungere ciò che preferisce. Quindi, come hai intuito, si tratta del risultato dell’unione tra differenti personalità e gusti.

Nella mia recensione ho parlato di un legame sottile con album quali The Land Of Rape And Honey dei Ministry, Darkness Will Prevail dei Today Is The Day e NPON dei Facedowninshit, per quel velo oscuro che aleggia sulla vostra musica senza scadere nei classici stereotipi. A dire il vero, sembrate al di fuori dei recinti di scene e generi. Vi sentite più dei corridori solitari o parte di una qualche scena?

In realtà, non ci interessa poi molto essere parte di una qualche scena o meno. Cerchiamo più che altro di evitare gli stereotipi e i classici luoghi comuni, così da spingere avanti i confini, ma non credo sia una corsa solitaria. Quindi, alla fine, non direi che siamo speciali.

Qual’è il vostro background come musicisti e come ascoltatori? Cosa ascolti in questi giorni?

Ho speso molto tempo ad ascoltare musica dura e band come Botch, Cave In, Isis, Old Man Gloom, 5ive, Coalesce e così via. Oggi ascolto moltissimo Creedence Clearwater Revival, Edgar Broughton Band, Billy Thorpe e Velcro Lewis.

Esiste un concept o un messaggio nel vostro approccio pesante e oscuro?

(lapidario, ndr) Nessun concept. Nessun messaggio.

Siete interessati a trattare temi sociali o politici nella vostra musica? Possiamo considerarvi come una band dall’attitudine hardcore?

Come ti ho detto prima, non esiste un messaggio specifico nella nostra musica, ma se parliamo di tutto ciò che la circonda, che comunque ci riguarda da vicino come band, soprattutto a causa delle idee politiche di alcuni membri e della nostra ottica d.i.y., allora direi che possiamo definirci una band politicizzata.

Cosa bolle in pentola oggi, avete già qualche programma per il prossimo futuro?

Direi nulla di speciale. Vogliamo suonare un po’ dal vivo, registrare qualche brano per produzioni ancora segrete e comporre il prossimo album.

Potremmo vedervi in Italia nei prossimi mesi?

È solo questione di tempo e dei fottuti soldi. Ma siamo sempre interessati, per cui se conoscete qualcuno che voglia organizzarci delle date…

Come vi ponete nei confronti dei live, preferite restare ancorati alla forma in studio dei brani o lasciare spazio per l’improvvisazione e versioni alternative?

Direi un po’ di tutto. La maggior parte delle nostre composizioni può essere riprodotta al cento per cento in sede live. Ma c’è anche molto spazio per l’improvvisazione o, meglio, per il rumore.

Last famous words…

“I should never have switched from Scotch to Martinis”. Le ultime parole pronunciate da Humphrey Bogart.