BLACK OATH

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Qualche mese fa, su queste pagine, abbiamo parlato molto bene di To Below And Beyond, l’ultimo disco dei milanesi Black Oath. Da dieci anni a questa parte la band si è imposta sul panorama internazionale come una delle realtà più valide e interessanti in ambito doom. Con un sound che riprende a piene mani dalla nostra tradizione oscura (Paul Chain Violet Theatre, Death SS, Black Hole, Run After To), sono una delle poche formazioni a indagare realmente nel mondo magico dell’occultismo e dell’esoterismo. Abbiamo fatto qualche domanda ad A.th, che parla a lungo del loro ultimo disco, svelandoci ogni dettaglio riguardo al concept mistico e filosofico della band.

L’anno scorso è uscito il vostro terzo disco, To Below And Beyond, che ci mostra un sound molto più maturo ed elaborato delle vostre precedenti uscite. Come sono nati i pezzi che lo compongono? Quanto tempo (e quanta cura) ci avete messo per provare e registrare il materiale?

A.th (voce, basso): Tutto il processo compositivo è durato circa due anni. Abbiamo anche notevolmente diminuito l’attività live durante questo periodo proprio per dedicarci al 100% ai nuovi brani. Una volta entrati in studio di registrazione, abbiamo curato ogni minimo dettaglio sia vocale sia strumentale, ed è stato possibile sviluppare ogni idea anche grazie a Frank dei Brainstorm Studios, che è stato molto paziente, tanto da farci tornare ad incidere ogni qual volta avessimo una pensata nuova.

La tematica principale del disco è l’alchimia, argomento che si sposa benissimo con il concept esoterico della band. Da dov’è nato questo interesse? Hai dovuto fare ricerche e/o leggere libri per curare al meglio i testi

L’interesse per l’esoterismo e l’occultismo è un qualcosa di vero e da cui sono affascinato da anni ormai, e non parlo da metalhead esaltato. Ebbene sì, per poter scrivere i testi di questo disco mi sono tuffato in libri di alchimia, così da approfondire un argomento che trovo interessantissimo. Grazie ad essi ho potuto usare formule o anche semplici metafore nei testi. Il tutto per poter rappresentare al meglio il concept dell’album. Mi è stato d’aiuto leggere “Il Preziosissimo Dono di Dio”, più svariati libri chiamati semplicemente “L’alchimia”, oltre a un trattato sul misticismo.

Mentre molte band odierne credono di poter proporre un immaginario occulto con qualche pentacolo qua e là, dai vostri dischi traspare un profondo e concreto interesse per questa filosofia. Quali testi consiglieresti a chi vuole approfondire l’esoterismo?

Domanda da non prendere alla leggera. Innanzitutto dipende da cosa uno sia disposto ad accettare come filosofia o semplicemente da quale sia il vero interesse della persona. Sconsiglio assolutamente libri di Satanismo da circo o enciclopedie esoteriche scritte da gente inesperta. Personalmente sono dentro la dottrina di Crowley, con cui ho trovato un giusto equilibrio mentale e spirituale. Quindi il mio consiglio si rifà alla Corrente 93. Non posso di certo consigliare letture come “Magick” o un trattato di Astrologia Karmika a chi non ha la minima conoscenza dell’argomento, però una spolverata generale (per poi approfondire) mi sento in dovere di suggerirla. Più banalmente leggo libri di stregoneria, argomento che amo da sempre, e anche qui ce ne sono a valanghe da scoprire. L’ultimo libro che ho letto riguarda invece la figura di Lilith e di come ne parlano le tante culture in cui compare. Diciamo che amo spaziare: numerologia, spiritismo, teosofia, cabala e persino Jung e la sua psicologia “esoterica” hanno fatto scaturire un discreto interesse in me. Anche filosofi come Nietzsche e il suo bellissimo “Anticristo”. Diciamo che mi piace avere un minimo di cultura generale, anche se il mio primario interesse restano gli insegnamenti del maestro Therion.

Parlaci della nuova line up, che ora è a quattro elementi. Come mai hai scelto di prendere un secondo chitarrista e di suonare il basso dal vivo?

La cosa è stata più semplice del dovuto. Il bassista ha lasciato la band, così io sono passato a voce e basso (che è da sempre il mio strumento) e abbiamo reclutato Gabriel (Terrorsaw/Extirpation) alla chitarra: è il più giovane di noi, ma quanto a talento non è secondo a nessuno. Forse solo a  me!

Hai contribuito alla nascita dei Morbus Grave, scrivendo tutti i pezzi che compongono la cassetta Throne Of Disgust. Come mai hai dovuto poi abbandonare il gruppo? Per i pezzi dei Black Oath hai preso ispirazione anche da gruppi death metal?

Morbus Grave è un progetto che avevo in cantiere da parecchi anni. Ho scritto il 99% del materiale e mi è dispiaciuto parecchio non poterlo incidere. Il motivo è stato ovviamente il mio impegno con Black Oath. Ero in piena fase di composizione per To Below And Beyond, così ho detto a Erman, uno dei miei migliori amici, di trovarsi una degna line up e portare avanti il progetto. Se ti dicessi dove trovo l’ispirazione per Black Oath non ci crederesti. Comunque sì, anche dal death metal, infatti se si sta molto attenti si possono sentire alcuni dei riff di To Below And Beyond nel demo dei Morbus Grave. Non intendo dire che si assomigliano, sono esattamente gli stessi !

To Below And Beyond è l’unico disco tra i tre del quale sei soddisfatto al 100%. Cosa cambieresti negli altri due se avessi ora la possibilità di inciderli nuovamente?

Allora, il primo lavoro è privo di arrangiamenti, ha quasi solo una traccia di chitarra e la voce fa schifo… Ma se devo essere onesto ha un fascino particolare. Ov Qliphoth… invece poteva essere fatto molto meglio, col senno di poi. Ma son cose che saltano fuori dopo. Se avessimo gli dedicato la stessa cura che abbiamo avuto per l’ultimo album, allora sarebbe stato decisamente meglio. Ma nel momento in cui lo abbiamo inciso ci sembrava ok. Nessun rimpianto, comunque. Ora siamo più determinati che mai e non avremo mai più fretta di fare una release.

Avete suonato molte volte all’estero e il vostro nome è sempre più seguito, quale vostro concerto ricordi con più piacere? È stato difficile per voi farvi strada fuori dai confini nazionali?

Le date in Danimarca al Metal Magic e HDDT sono tra quelle che ricordo con più piacere. Lì abbiamo molti amici e l’atmosfera è sempre serena (strano, detto da me). Poi anche in Germania all’Hammer Of Doom siamo stati trattati come delle star. Era quasi imbarazzante per una band piccola come la nostra. Posso tranquillamente dirti che è più facile per noi all’estero che in Italia, dove ancora faticano a riconoscere il valore di una band e con la scusa della passione underground nessuno paga o va incontro alle esigenze primarie. Per farti un esempio, stiamo trattando per delle date nell’Est Europa. Non dovremo fare altro che andar lì a suonare, al resto (compresi biglietti aerei) ci penseranno gli organizzatori. Poi rido quando penso che, per suonare a 100 km da casa, in Italia sembra impossibile avere almeno il rimborso stradale. That’s Italy! Pay to play, ma non con noi!

Sei da sempre un grande fan degli Iron Maiden, il che emerge anche dalla vostra musica. Qual è il loro disco che preferisci? Come ti è sembrato il loro ultimo lavoro?

The Number Of The Beast è  l’album heavy metal per eccellenza! Ne sono stato rapito all’età di 6-7 anni, quando passavo le giornate a guardare i vinili di mio zio (che a sua volta suonava in una band dark-rock ‘70/’80 ). Adoro tutto dei Maiden (con alti e bassi, chiaramente) e il nuovo lavoro è ciò che tutti i veri fan stavano aspettando: un capolavoro heavy metal con un finale da rock opera.

Com’è nata la definizione Cursed Rock Musick?

Semplicemente sembra che anche noi portiamo una dose letale di sfiga per alcuni degli ascoltatori. Oltre a questo, i nostri testi magici e la tradizione superstiziosa italiana ci hanno aiutato nel trovare una definizione adatta. Del resto oggi tutto ciò che suona leggermente lento viene chiamato “doom”. Ma ricordo a tutti gli ignoranti che i Black Sabbath hanno scritto sì canzoni lente, ma anche “Symptom Of The Universe”, “Tv Crimes” o “Trashed”. Per rimanere in casa ti dico “Cursed Mama”. Abbiamo voluto allontanarci dallo stereotipo della classica doom band. Come detto prima, abbiamo anche parti più estreme (death/black), che vengono celate da una voce pulita. Praticamente una coltellata col sorriso!

Siete da poco tornati in studio per registrare del nuovo materiale. Cosa ci aspetta per il futuro dei Black Oath?

Siamo tornati in studio per finire del materiale lasciato in sospeso, per essere precisi. Ancora non posso svelare i dettagli, ma ci saranno parecchie sorprese! Inoltre nel 2016 sono dieci anni di Black Oath e non possiamo non celebrare un degno funerale.