BENNETT, Bennett

Di recente, vi abbiamo presentato un’anteprima di questo esordio firmato Bennett, band nata da nomi importanti del panorama nazionale, quali Disquieted By, Chambers e Autumn Leaves Fall In, ancora in grado di sorprendere con una formula sonora tanto inaspettata quanto personale.

Ciò che il gruppo propone è un hardcore mutante che fa dell’incontro tra pathos e potenza il suo marchio di fabbrica, in una collisione che prende spunto dall’immaginario legato a Ebullition/Jade Tree per precipitarlo nell’oggi, così da offrire all’ascoltatore una colata di suoni urticanti e carichi di elettricità, in continua lotta tra esplosioni feroci e momenti di calma apparente. Il tutto è, poi, piegato al servizio di una voce sofferta e al contempo rabbiosa, quasi un urlo di dolore che si contorce tra le note e ne devia il percorso senza spezzarne il flusso costante.

Ciò che traspare è la capacità di filtrare l’enorme ed ecclettico bagaglio esperienziale dei musicisti con l’altrettanto prepotente dose di personalità in loro possesso, aspetto che tiene ben distante la tentazione di seguire qualche tragitto prestabilito o la ricerca di un suono “attuale”. L’arma vincente dei Bennett è proprio questo equilibrio tra radici e coraggio di osare, così da risultare a loro modo inusuali e fuori dagli schemi, nonché difficilmente incasellabili in qualche definizione comoda.

Il brano “Confidence” rappresenta la summa perfetta di questo atteggiamento: un insieme di input noise e linee melodiche smembrate, ma avvolgenti nel loro mantenere intatta la componente emotiva, feedback e rumore bianco, piegati alla voglia di ferire, e quel coro che frantuma tutto e si impone in mente senza abbassare o interrompere lo scorrere della musica. In fondo, non era difficile immaginare che da musicisti coinvolti con nomi di tale spessore sarebbe nato qualcosa di interessante; ciò che lascia spiazzati è il come questo si sia manifestato.