BENJAMIN FINGER & JAMES PLOTKIN, We Carry The Curse

L’altr’anno il trio Finger-Plotkin-Zabelka ha pubblicato un gran disco ambient, assolutamente lisergico: Pleasure Voltage, che non sposta l’asse terrestre o rimette in discussione chissà quali dogmi, ma, come ho già scritto nella recensione, è una delle migliori rappresentazioni del sogno e del subconscio che ho ascoltato di recente.

We Carry The Curse è il seguito di Pleasure Voltage e vede all’opera solo Finger e Plotkin, entrambi come sempre a una varietà di strumenti (sintetizzatori, chitarre, per farla breve), più Elling Finnanger Snøfugl al violoncello in due dei quattro episodi che lo compongono. È meno psichedelico e stordente, più placido e malinconico, non buio come potremmo immaginare un disco con Plotkin, ma collocato in una specie di penombra, di autunno. Se posso dire, la partenza con “Aspire To Expire”, nonostante il titolo, è più pacificante di un pezzo new age (ma non così brutta), poi arriva la title-track che – merito del violoncello? – suona grave e composta, sobria e senza difetti evidenti, così come lo sono “The Untold Wake” e “Bound Together”, quest’ultima molto interessante, perché riesce comunque a legarsi a Pleasure Voltage con la sua capacità di posizionarsi in quella zona a metà tra sonno e veglia. Un buon numero 2, piuttosto autonomo esteticamente (senza per questo essere tutt’altro), non ai livelli del numero 1, ma era durissima farcela.