AZITA, Year

Azita

Disturbing The Air è stato poco considerato, ma rimane un gran disco dello scorso anno, assolutamente da recuperare nel caso ve lo foste persi. Strano, però, che Azita torni “presto” con un altro lavoro, invece ecco qui Year, album piuttosto diverso dal precedente. Il disco è nato come colonna sonora di una pièce teatrale di Brian Torrey-Scott ed è evidente come la necessità di fungere da supporto ad altro abbia spinto l’artista a diversificare e a spingersi in territori che non frequenta troppo spesso. Coadiuvata da Sam Wagster (chitarra), Toby Summersfield (basso) e Adam Vida alla batteria (e questo è già un bel cambiamento per chi, come lei, è abituato a realizzare tutto in totale autarchia), Azita sviluppa e spara veloci quadretti pop speziati in diversi modi. A dirla tutta, solo la prima parte del disco ha questa fruibilità; pian piano, infatti, il peso specifico dei pezzi diventa maggiore, con incursioni in ambiti jazzy e trame più rarefatte e complesse. Capire quanto la protagonista si sia dovuta attenere a certe “regole” è complicato, l’importante è che Year sia un altro disco valido, magari utile per approcciare l’arte di Azita e poi passare a qualcosa che la identifichi meglio.

Tracklist

01. Opening
02. Forgetting
03. Passengers
04. Ice
05. It’s Understanding
06. Out And Around
07. Something That Happened
08. Finale
09. Closing