ARCHIE SHEPP meets KAHIL EL’ZABAR’S RITUAL TRIO, Conversations

ARCHIE SHEPP meets KAHIL EL’ZABAR’S RITUAL TRIO, Conversations

Conversations è un doppio lp in memoria di Fred Hopkins, storico membro dell’AACM (Association for the Advancement of Creative Musicians di Chicago, fondata tra gli altri da Muhal Richard Abrams e Phil Cohran). È uscito nel 1999, lo stesso anno della scomparsa di questo musicista.

La sempre attenta Black Sweat di Milano si occupa della meritoria ristampa in doppio vinile di questo lavoro, in cui il trio del polistrumentista (principalmente percussionista) Kahil El’Zabar, con Malachi Favors (anche negli Art Ensemble Of Chicago) al basso e Ari Brown al sax tenore e al pianoforte, ospita Archie Shepp, anche lui piano e tenore. Questa ristampa è uscita ormai da tempo, ma va assolutamente recuperata, se ve la siete persa. Raccontare Conversations oggi in maniera classica sarebbe, oltre che fuori tempo massimo, didascalico e banale, e allora mi affido a questi appunti presi di getto, improvvisando sulla tastiera durante l’ascolto, come in trance per una respirazione circolare che esala l’ultimo fiato al raggiungimento del punto.

Conversazioni, sono quelle di cui poi quando sarà tardi conserveremo un frammento, un’ombra di voce, morsi di frase, quella luce troppo fragile per durare, lo stupore filmico e i titoli di coda della vita di ieri, quando eravamo giovani, quando eravamo re, quando Cassius diventò Mohammad, quando tutto palpitava con tale urgenza, la pressione bassa, le impressioni alte, non ci si spaventava nemmeno con la droga dei draghi, ora invece basta un caffè troppo tardi per sentirsi morire, che esistere a un certo punto è venire a patti con la decadenza, con troppa decadenza, e allora la musica fa compagnia in questi sterminati pomeriggi italiani, un urlo di sax come un abbraccio, la residenza è una forma di diplomazia, l’amore una formula smarrita, la viandanza la chiave per uscire dalla stanza, le virgole della batteria, le parentesi del pianoforte, sfidiamo un’altra volta le lusinghe della morte, alle 16 e 21 del 14 novembre, in questa botola che è la pianura padana, stamane al risveglio i lampioni sembravano fuochi fatui in un cimitero, nebbia compatta, noia fitta, smog, blob, ogni volta che penso a partire sei tu che sali dalle acque, tu che non hai più nome, l’amore è un cane che viene dall’inferno, l’archetto sul contrabbasso saprà disegnare perfettamente il tuo ricordo, un’infinita introduzione al nulla che sarà, un lungo addio, esorcismi contro il silenzio, esercizi per esistere, maratona di virgole, specchi e strade buie, specchi e strade buie, differenza, ripetizione, i secoli della storia, la polvere, la polvere, la memoria, l’Africa che non smette di tornare, i pugni chiusi, Monaco 76, il groove che santifica, spoken poetry, ipnosi, fumi di Coltrane (Archie, Four for Trane), John, Alice, il mantra dei nomi, jazz is freedom, jazz is freedom, l’estasi del dramma, il blues alato, morsi, radici, sputi celesti, veleno e ossigeno, sangue, pietre blu, rivolta, ebano, dialoghi sull’abisso, Annibale oltrepassò le alpi con gli elefanti, i pachidermi barriscono nei solchi di questo disco, alza il volume, siediti, guarda il mondo accadere fuori la finestra, taci e alza il volume, non c’è nulla da dire, non c’è una frasesignificativa, grammatiche di fratellanza, discorsi grondanti odio, devolution, revolution, alzare la testa, danzare la festa, spezzare le vene e  suonare le catene, rompere la gabbia della frase, sintonia, fase, empatia, frase biologica, psicologia, utopia, pianeti, psichiatria, babilonia e poesia: Sun Ra, balsamo boreale, socialismo cosmico, energia, negro spiritual, free your bones and your soul will follow, afro-America, be bop primordiale, golden age, lost brother, chiaroscuro, Trane was the father, Pharoah was the son, I was the holy ghost, beneath the music from a farther room, news from nowhere, quotes from elsewhere, birdwoman, take-off.