ANNA VON HAUSSWOLFF, 3/12/2021

Losanna, Église Saint-François. Ringraziamo Davide Gostoli per le foto.

Nuda alla meta. Anna von Hausswolff si è liberata via via di quanto non le era strettamente necessario: la band, gli accompagnatori, gli strumenti, i palcoscenici, le luci cangianti e infine la voce per giungere all’essenza organica e organistica di All Thoughts Fly. Un disco non facile da portare in tour perché gli unici spazi deputati a ospitarlo non possono che essere luoghi di culto. Resa possibile dai Docks e dalla Fondation pour les Musiques Actuelles (FMA), in libera uscita dalla loro accogliente tana a due passi dal Flon (l’ex zona industriale della città riconvertita a quartiere-movida), la data di Losanna è stata ospitata nel tempio protestante di Saint-François. In origine convento francescano, è un edificio austero e quasi spoglio come da tradizione riformata, ma dispone di un’acustica piuttosto buona e soprattutto contiene al suo interno ben quattro organi in perfetto stato. Il più importante dei quali risale al 1777 e può vantare 75 registri ripartiti su 5 tastiere (interamente a trazione meccanica) e 5346 canne. Particolari tecnici non secondari che hanno permesso alla von Hausswolff di esprimere al meglio le sue visioni gotiche nel corso di una intensa performance durata poco meno di un’ora e ricalcante il citato ultimo disco (anzi penultimo, visto che è in arrivo per la Southern Lord il Live At Montreux Jazz Festival). Si è trattato di un’esperienza immersiva, con il suono che, per quanto godesse di uno scarso riverbero naturale, veniva ugualmente a rifrangersi sulle pareti della chiesa e a inondare le navate grazie all’impegno dei quattro tecnici al soldo della svedese. D’altro canto non conosciamo nulla di più trafiggente delle sonorità generate da un imponente organo a canne e le oscure ondate melodiche in progressione generate dall’artista hanno saputo pervadere in breve le viscere di un pubblico da sold out, ben disposto a farsi rapire per viaggiare in un’altra dimensione. Saltato in pratica l’intervallo tra i brani, l’ascoltatore è stato stimolato a inseguire e a decifrare le nuance di una suite che l’esecuzione dal vivo ha mostrato assai più ricca di particolari rispetto all’album. Poco oltre la metà dello spettacolo c’è stato poi il coup de théâtre del cambio di postazione di Anna, andata ad installarsi all’organo cosiddetto “spagnolo” presente sul lato destro della navata principale, mentre sul lato opposto l’ospite Kali Malone aka @hotscorpions si accomodava a quello “italiano”, per dare un contributo in termine di drone e bordoni all’amica. Un momento significativo, con la musica che raggiungeva profondità inusuali, ancorata a un fluire in apparenza statico e disturbante eppure impercettibilmente mutevole e creativo. In definitiva, pur senza fare la rivoluzione, la von Hausswolff ha trovato il modo, con le composizioni per organo, di riprendere e aggiornare la lezione radicale del minimalismo storico, liberando allo stesso tempo, con molta naturalezza, le paure racchiuse nel suo inconscio. Applausi compunti ma convinti l’hanno salutata al termine di uno show destinato a rimanere nella memoria.

P.S.: mentre scrivevamo queste righe giungeva la notizia che a Nantes, il 7 dicembre, il live di Anna era stato annullato per le furiose proteste attuate da un pugno di cattolici integralisti che impedivano l’accesso alla chiesa di Notre-Dame de Bon-Port. In considerazione delle minacce ricevute dagli organizzatori, per ragioni di sicurezza due giorni dopo anche la data di Parigi (Saint-Eustache) veniva cancellata. Il motivo di tanta acredine è semplice: per questi bravi cristiani che la Bibbia probabilmente non l’hanno mai aperta, la von Hausswolff è una satanista. Dedicato a chi pensa di essere pronto per andare su Marte e non ha capito che, più o meno, siamo ancora fermi al Medioevo.

Kali Malone