AMENRA, Mass V

Mass V

La politica dei piccoli passi, da sempre marchio di fabbrica degli Amenra, ha condotto verso ottimi risultati, in primis sbarcare su Neurot Recordings. Questo fatto da solo non vale un giudizio positivo a scatola chiusa, ma qualcosa vorrà pur dire, per lo meno se lo si considera come il riconoscimento di una carriera che oggi sembra finalmente raccogliere i frutti della costanza e della tenacia. In secondo luogo, e ben più rilevante, l’andare per gradi ha portato a un album solido e ben costruito, rifinito e curato in ogni aspetto e, soprattutto, Amenra al mille per mille, quindi dotato di una personalità ben definita, pur se diretta discendente di un’altrui invenzione. La “quiete apparente” ha favorito un approccio autonomo alla materia, che ha reso l’immaginario rituale e ricco di suggestioni della band un vero e proprio elemento del sound e non una semplice trovata per differenziarsi dai molti concorrenti. In breve, la bellezza di Mass V non sta nel suo stravolgere le regole del gioco, ma nel creare una sfumatura particolare che, con minimi mutamenti degli equilibri, finisce per convincere e stare in piedi senza sforzo. Il nuovo rito celebrato dai sacerdoti della chiesa di Ra si compone di quattro brani lunghi, profondi, delle vere e proprie suite, al cui interno si dibattono silenzi, mormorii e suoni distanti, ma anche improvvisi squarci di furia cieca e urla strazianti, il tutto con un retrogusto arcaico e mistico in grado di segnare ogni piccolo passaggio, ogni piccola variazione, fino al crescendo che si fa strada con “A Mon Ame” e fa della seconda metà del programma la portata forte del banchetto. Se Mass V non è il momento più alto della formazione, di sicuro rappresenta il raggiungimento della piena maturità e si impone per la padronanza dimostrata nel maneggiare le proprie peculiarità. Che, poi, certe sonorità possano aver perso oggi di freschezza o rischino addirittura di aver toccato il punto di saturazione, non può e non deve togliere la capacità di apprezzare un album come questo, né tanto meno impedire di riconoscere i giusti meriti ai suoi autori.

Tracklist

01. Dearborn and Buried
02. Boden
03. A Mon Ame
04. Nowena | 9.10