AMENRA, Mass VI

Il termine “mass” in inglese può anche essere tradotto in moltitudine, che può stare a significare grande gruppo di persone. Esseri umani che generano emozioni, sentimenti contrastanti, che scaturiscono da esperienze vissute e poi riaffiorano dal sub-conscio. Un cerchio che si chiude. La sesta massa dei belgi Amenra è un cerchio che si chiude sul post-hardcore, che appartiene al sub-conscio artistico del gruppo. Contiene infinite emozioni e quindi infiniti modi di interpretare un certo discorso musicale attraverso una moltitudine di suoni, soluzioni stilistiche, improvvise ed oscillanti esplosioni cariche di lacerante dolore esistenziale. Come una massa di persone, ognuna con il proprio fardello da portare sulle spalle lungo il cammino della vita, le note di questo capolavoro compongono l’angoscia e un senso di tormento interiore: vacillanti vagiti doom si evolvono in dinamiche tessiture post-hardcore con le quali i Cult Of Luna hanno costruito una carriera.
Mass VI non si differenzia molto dai precedenti lavori della band belga, sono minime differenze di forma e sostanza: è un passaggio, una nuova tessera di un mosaico iniziato quattordici anni fa, un altro piccolo gioiello di musica cinetica che va ad arricchire un tesoro fatto di chiari e scuri, vita e morte, luce e tenebre, paradisi e inferni. Un lascito straziante, e il testamento è rappresentato dalla struggente “Plus Près De Toi” e dalla conclusiva “Diaken”. Non servono troppe parole per descrivere la musica degli Amenra, nella sua magnifica e splendente disperazione. E speranza di recuperare. Una massa informe, mastodontica che non si sopisce. In continuo movimento, mai doma. Una moltitudine di cuori che battono all’unisono e scandiscono la solitudine nel mondo. Disco che per chi scrive celebra il 2017.