ALESSIO BALLERINI, Beautiful Ground

ALESSIO BALLERINI, Beautiful Ground

Era inevitabile parlare di Alessio Ballerini, uno che poteva stare tranquillamente sulla nostra compilation dello scorso anno, ma che ha preferito farla uscire, essendo lui il 50% di Oak Editions. Anzitutto, dunque, è onesto precisare che da queste parti è benvoluto più di quanto già non lo fosse prima (abbiamo subito seguito Oak, senza secondi fini), ma non dovrebbe essere impossibile un minimo sindacale d’obiettività.

Beautiful Ground nasce dai field recordings raccolti per il progetto “Bioculture / Artwalks with wine”: Alessio ha percorso a piedi 250 chilometri di Marche, impadronendosi pure il suono di antichi strumenti a tasto (ma non solo, anche di un’arpa) trovati nel tempio di San Francesco a Camerino e nella chiesa di Cossignano. È la magia di questi clavicembali e di questi organi, incastonata nell’elettronica, a costituire il plus dell’album, perché sono un elemento di originalità che nessun software potrà mai sostituire/riprodurre (lo sa anche Tim Hecker, sentire Virgins). Spesso, infatti, si comincia con queste “tastiere” d’altre epoche, circondate da suoni d’ambiente, per poi finire in un altro luogo, per metà artificiale, per metà trasfigurazione dolce della realtà precedentemente catturato dai microfoni di Alessio. Si oscilla tra malinconia e beatitudine, come spesso capita nel genere, e c’è qualcosa di pop nell’insieme, non a caso ci sono sovente pulsazioni in 4/4 che, unite alle atmosfere sognanti, fanno pensare a certi pezzi dei port-royal.

Non vado oltre. Secondo me, se fosse uscito tipo su 12k, sareste corsi a ordinarlo. Dategli una chance.

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