AIDAN BAKER, Already Drowning

Aidan Baker

Questa volta Aidan Baker prova a vedere che succede a includere voci femminili nella sua musica, di nuovo leggermente più vicina alla forma canzone, com’era accaduto per l’ultimo Nadja. Ogni brano una cantante, ogni brano una storia legata alle ninfe. Due le collaborazioni di lusso: Jessica Bailiff, purtroppo non indimenticabile, e Carla Bozulich, molto più a nudo e convincente. I pezzi – che ereditano l’inconfondibile impronta malinconica del chitarrista canadese trapiantato a Berlino – rappresentano il tentativo di cucire insieme post-rock, (insoliti) fumi jazz, ambient e qualche botta di elettricità. Aidan cerca anche di sposare il suo minimalismo con violini e fiati, che aiutano a variare la ricetta della sua produzione sterminata. La voce più interessante è quella di Geneviève Castrée in “Tout Juste Sous La Surface, Je Guette”, sofferente e bambina, in perfetta simbiosi sia con la tristezza generale del brano, sia coi suoi crescendo brucianti: decisamente il più nadjesco dei pezzi di Already Drowning. Interessante anche il folk sui generis di “Mein Zwilling, Mein Verlorener” (Joanna Kupnicka dei Cold Hand ci mette voce e fisarmonica), altro momento inusuale nella storia di Baker. Ha vinto lui, anche questa volta.