ACID KING, Middle Of Nowhere, Center Of Everywhere

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A distanza di ben dieci anni dall’ultimo disco ritornano gli Acid King, mentre un po’ tutti si chiedevano da un po’ che fine avessero fatto. Il trio di San Francisco è uno dei nomi di punta dello stoner mondiale, uno dei primi ad essere emersi dagli Stati Uniti dopo che i Kyuss avevano indicato la retta via da seguire. Lo stile della band si è subito distinto grazie a Lori S., che oltre ad avere una voce perfetta per il genere, è stata tra le prime ad avere quel sound di chitarra così carico di fuzz da venire subito imitato da migliaia di band a venire. L’ultima volta che avevamo sentito parlare di loro era ai tempi di III, che presentava un sound molto acido, ma con una vena psichedelica non indifferente (continuando a essere pure incredibilmente desertico, una scelta stilistica inaugurata per lo più dagli Sleep).

Middle Of Nowhere, Center Of Everywhere esce per la Svart Records e continua il discorso iniziato con il debutto Zoroaster, ma con una tendenza ancora più psych: meno corrosione e più riverbero, si guarda ancora verso Josh Homme, ma con dei delay che puntano sempre più a un’atmosfera quasi space. La produzione è come al solito a carico del maestro della consolle Billy Anderson, il guru dello stoner doom, che ha curato quasi tutte le loro uscite. Il fuzz – che una volta scartavetrava i muri – ora sembra più pacato, meno incisivo ma non per questo assente. La copertina dell’album ci fa ben capire in che direzione stanno navigando gli Acid King: la Sky Valley è presente solo nell’anima del trio, lo sguardo ora è rivolto verso le stelle, come suggerisce “Coming Down From Outer Space”, e a una dimensione quasi mistica, come possiamo intuire dal mago sopra la tigre (che ricorda l’arte cinese e giapponese). Certo, non si tratta di un cambio di rotta così radicale, nulla che sconvolga in maniera così netta il sound della band, ma è pur sempre un dettaglio da tener presente (ci sono poi anche degli inserimenti curiosi, come il gong più o meno a metà di “Laser Headlights”). Anche il titolo aiuta molto, dato che riassume alla perfezione la musica degli Acid King e l’esperienza che vorrebbero far provare con ogni loro album: Middle Of Nowhere, Center Of Everywhere è un ottimo ritorno dopo dieci anni di assenza, che non potrà che fare la felicità di quelli che, in mancanza di nuove uscite, ripassavano la vecchie.

Ultimamente stiamo vivendo un periodo in cui lo stoner è una moda e in cui si fa fatica a trovare un gruppo con qualcosa di proprio da dire. È incredibile notare come gli unici su cui si possa puntare sono quelli che hanno già dato tanto in passato. Per questo motivo, fate bene a scegliere questi signori al posto dei loro tantissimi emuli “iperfuzzosi” e a immergervi in un mantra cosmico che porta con sé il caldo disarmante e il sole del deserto.