ACEPHALIX, Decreation

Formatisi nel 2007, con all’attivo anche molti demo e sette pollici, arrivano al terzo lavoro sulla lunga distanza i californiani Acephalix (a essere precisi, il bassista ha origini italiane).

Decreation non cambia di una virgola la cifra stilistica dei quattro: death metal intransigente, senza nessun compromesso. Le sette canzoni, per un totale di quasi quaranta minuti, sono un tributo al death metal più cupo e marcio in circolazione. Nulla di nuovo all’orizzonte e del resto non è quello che vogliono loro. Gli Acephalix, infatti, intendono solo annichilire l’ascoltatore con putride nenie mid tempo vicine a quelle degli Obituary, con le chitarre debitrici di Entombed, Dismember e Grotesque (anzi, sembra proprio che il suono di chitarra sia un abile copia incolla da Left Hand Path). Efficaci anche alcune incursioni nei meandri più loschi e acidi del death doom dei primi Asphyx e della scuola inglese dei primi Paradise Lost, evidenti in “Egoic Skin” e nella canzone che dà il titolo all’album. Nonostante i quasi-plagi, Decreation si lascia ascoltare e diverte. Bisogna prenderlo per quello che è: un tributo alla grande scena death metal di qualche decennio fa. Gli Acephalix non chiedono altro se non suonarlo in modo onesto e senza troppi fronzoli.