ACCHIAPPASHPIRT, Strangerivers

Dimmi quella parola che non è nella mia bocca

I testi sono della performer e poetessa albanese Jonida Prifti, le musiche di Stefano Di Trapani, l’artwork è diviso a metà tra Kurmak e Re Delle Aringhe (quest’ultimo ha disegnato il poster dell’ultima edizione del festival romano Thalassa). Strangerivers è il terzo – o quarto? – album del duo, poco importa… qui Di Trapani è sostanzialmente al servizio delle parole della performer, che recita serafica, senza fare una piega, i suoi pensieri scritti, mentre il compagno si misura con un pastone sonoro a suo modo violento e parecchio disturbato, pensate per un secondo alle musiche di Pinocchio passate attraverso la lente deformante di un progetto di chiara matrice improvvisativa. C’è quasi da aver paura mentre ci si spara in cuffia Rivestrane o la tempesta dalle tinte harsh-noise di Spartizioni. Questo è un lavoro angoscioso, che sa di dolore e ed è una prova di forza non di poco conto; per le nostre orecchie, per la nostra stabilità mentale. Credo che sondare l’insondabile, in parole come in musica, sia proprio uno degli obiettivi principali dei due. Strangerivers risulta ostico fino all’inverosimile, ma il fascino c’è tutto.

Tracklist

01. Alba
02. Rivestrane
03. Spigoli
04. Spartizioni
05. Letti Di Sabbia