AA.VV., Rock These Ancient Ruins – Mamma Roma’s Kids

Negli anni Settanta e Ottanta le compilation costituivano un formidabile strumento promozionale, e una testimonianza destinata a durare nel tempo, con lo scopo di far conoscere gli artisti di una determinata scena locale o nazionale. Quelle che amo e ho amato di più sono la raccolta Back From The Grave, dedicata al recupero del garage americano più primitivo e selvatico dei Sessanta, No New York, prodotta da Brian Eno e incentrata sulla no wave, This Is Boston, Not L.A., che documentava la scena hardcore punk di Boston, e New York City Hardcore – The Way It Is, il cui contenuto è evidente già dal titolo. Quella, però, era un’altra epoca: non c’era internet, non esistevano YouTube e Spotify e circolavano ancora le fanzine cartacee. Oggi il mondo è cambiato e in tempi di musica liquida, al posto delle compilation, abbiamo le playlist. Per questo, far uscire nel 2020 una compilation su vinile è una scelta coraggiosa. L’idea di una selezione dedicata alla scena punk e garage punk romana attuale è di Lorenzo Canevacci e Simone Lucciola (due noti agitatori della scena hc punk della città durante gli infuocati anni Ottanta) ed ha preso forma nel corso delle prime edizioni del Raw Rock’N’Roll Festival, un evento non per caso nato con l’obbiettivo di compattare e far diventare “scena” tutti quei gruppi che suonano un certo tipo di rock’n’roll ruvido ed energico, dal punk’n’roll al garage rock, dal glam a tutte le forme musicali affini. La copertina fumettistica è di Alex Vargiu (Bingo, Bloody Riot, Dissuaders) e Daniela Petroni dei Plutonium Baby, ed è simile ad un fotomontaggio dadaista, realizzato, però, con i pennarelli e il computer: in primo piano c’è Anna Magnani – simbolo di Roma nel cinema – con una scrofa al guinzaglio e, sullo sfondo, il gazometro dell’Ostiense, sacchi di immondizia e dei gabbiani; sul retro, invece, si vede Franco Citti, nei panni di Accattone – altro personaggio simbolo di Roma e della romanità – intento a frugare nella monnezza. A pubblicare sono Area Pirata e Surfin’Ki, le due etichette regine del garage punk in Italia, che hanno partecipato anche alla produzione. Le note sono state affidate alla penna di Federico Guglielmi, che non ha bisogno di presentazioni.

Veniamo alla musica: quattordici brani di quattordici artisti, vecchie e nuove glorie del circuito punk’n’roll romano. Ce n’è per tutti i gusti: il punk old school degli Alieni, il glam/power pop firmato Wendy (che fa pensare a Van Halen e Hanoi Rocks), il pop punk in stile Buzzcocks di Alex Dissuader, il garage punk oliato di psichedelia dei Plutonium Baby, il punk ramonesiano dei Beats Me, l’hard punk al vetriolo – di scuola Turbonegro – dei Blood 77, la via di mezzo tra psychobilly e street punk alla Exploited dei veterani Cyclone, il glam – suonato però dai Ramones – dei Taxi, il punk rock al fulmicotone delle Queen Kong, il ritorno al ’77 degli Human Race, il garage punk lanciato a folle velocità degli Idol Lips e dei Tigers In Furs, il pub rock screziato di glam dei Mad Rollers e, per chiudere, il mood tipicamente pistolsiano dei Ferox.

Insomma, una proposta tostissima e curatissima, e un valido documento che testimonia come la scena punk rock romana, nel 2020, sia più viva che mai. Punk’s not dead!