AA.VV., Blastbeats over Italy – Italian Powerviolence 2014/2015

AA.VV., Blastbeats over Italy – Italian Powerviolence 2014/2015

Qualche mese fa su queste pagine parlammo di Italia Violenta, la compilation in lp che chiamava a raccolta tutti (o quasi) i gruppi attivi in ambito diy nel circolo hardcore/crust/grind. In questi giorni ne è uscita una simile, sia come formato, sia come musica proposta: Blastbeats over Italy – Italian Powerviolence 2014/2015, che doveva essere pronta già sei mesi fa, ma che per colpa di una fabbrica infame (la Magnetic Mastering) ha subito dei ritardi mostruosi, che ne hanno compromesso la realizzazione.

Come il sottotitolo può far intuire, questo album racchiude brani inediti di più o meno tutti i gruppi powerviolence attivi in Italia negli ultimi due anni. L’operazione non può che ricordare la storica Pasta Power Violence, il cui primo di due volumi risale a quasi vent’anni fa. A capo di quest’operazione c’è Pompeo Badfeeling, che molti conoscono perché ha suonato con Taste The Floor, xKatexMoshx, Dilution e Verano’s Dogs e perché gestisce la Badfeeling Records, piccola label diy che si è occupata di coproduzioni di band in cui ha suonato (eccetto per lo split Agathocles/Neid).

I tredici gruppi qui riuniti riportano tutte le sfaccettature del genere: si passa da un fastcore molto Charles Bronson-iano (xKatexMoshx) a un sound molto vicino agli Spazz (xDELORANx, Always Never Fun), fino alle contaminazioni col grind (Repulsione, xHANSOLOx) e a un hardcore molto intenso e con testi politici (Corpse). Tutti quanti si presentano con brani inediti di grande spessore, che non possono che confermarci il loro ottimo stato di salute. Con piacere c’è anche un grande ritorno, quello dei siciliani Burst Up, che negli anni della massima moda del thrashcore rappresentavano un faro per chi nella penisola cercasse un sound più vicino possibile ai dischi dove aveva suonato Chris Dodge. Colpiscono molto i pezzi dei CIB, che sono di gran lunga meglio di quelli contenuti nel loro 7” (buoni, ma ancora molto acerbi).

A grandi linee, le considerazioni finali da fare sono più o meno le stesse espresse per Italia Violenta: un disco del genere è molto utile per testimoniare l’esistenza di una scena che (citando gli Skiantos) pesta duro e non ha intenzione di fermarsi perché il nostalgico di turno ha lasciato perdere l’hardcore, convinto che da quando i Fugazi abbiano smesso di suonare non abbia più senso seguire questo genere. Ma, nonostante il powerviolence sia sempre stato un genere fondamentalmente americano, Blasteats Over Italy ci testimonia come, nel nostro Paese, mai come ora ci sia del grande movimento in questo ambito. Questo è a tutti gli effetti un pezzo di storia della musica estrema italiana, e come tale non può essere ignorato. Ragion per cui compratevi questo disco, che spazza via i “Those Dark Years Before Blastbeat Was Invented” e ci trasporta in una dimensione in cui chi non suona veloce è da mandare nei gulag della musica estrema, penso all’attuale postcore, scadente e 100% hipster, che oggi infesta il nostro diy e che va messo a tacere quanto prima.