30 DOOR KEY, A Warning To The Curious

Ancora una volta, l’Hauntology di Derrida, ripresa da Simon Reynolds e Mark Fisher, fornisce la chiave di lettura per una placida e brumosa incursione nel mondo del palermitano Alessio Bosco e del suo broadcasting. Espresso in 19 tracce per quasi un’ora di musica, A Warning To The Curious è ben più di un compendio. Pur muovendosi nel più totale rispetto di una lugubre atmosfera inglese anni Sessanta, fra sci-fi e thriller, riesce a unire velluti e momenti di pura magia.

L’attacco è con una “Mystery & Imagination” che viene troncata come se fosse caduta la linea telefonica, gettandoci sin da subito nell’atmosfera richiesta da questo genere molto ben marcato. Poi bulbi e chiaroscuri sintetici, narrazioni come magici libri serali, voci che si trasformano in puro suono, soffici rintocchi dub come se fossero ovattati dalla neve. Una libreria intera di effetti, moine e suggestioni, in un calembour di tracce che, pur non seguendo un percorso e una narrazione lineare, stupiscono per la loro aderenza al tema. Del resto, con un passepartout come nomea non ci si poteva aspettare altro, anche se il rischio è che venga meno l’idea standard di album per avvicinarsi a una quantità di suoni e brani rielaborabili, vera e propria immedesimazione con il calderone di repertorio accumulatosi negli ultimi decenni in questo ambito e via via riscoperto.

Dalla sua, però, Alessio ha nel feretro pezzi appuntiti e grondanti personalità come “Edda’s Dream”, toccante e polverosa, oppure “Old Ones”, che sembra rievocare la penisola iberica sotto l’influenza araba. Siamo nella parte centrale del disco, un prime time televisivo che risplende e cattura, fino ad arrivare alla circense “Hozra Too Da Kuriuz”, che gioca letteralmente con un campionamento vocale fino a farlo saltare sui beat. Un piccolo capolavoro che dimostra quante siano le armi di 30 Door Key.

Alla resa dei conti, A Warning To The Curious è un disco da lasciare in ascolto mentre si vive, prestandogli la giusta attenzione quando ci colpisce la prima, la seconda e la terza volta. Una “Monolith In Bowler” che sembra uscita dal repertorio di certi Brutopop, una gita a Cefalù a ballare con Lucifero, o una “Kynna Mær” che si amplia fino a far calare il sole. La trasmissione è terminata, ora spazio al bingo e alle previsioni del tempo, ci vedremo la prossima settimana, sempre su The New Noise.