YOB, Clearing The Path To Ascend

YOB

Nell’ambiente doom/stoner/sludge il concetto di “pesantezza del suono” è ormai diventato una prerogativa del genere, per dare forza al riff e alla lentezza generale. In mezzo a tanti gruppi che credono che basti montare due casse alle chitarre per essere credibili, c’è chi, da diversi anni, porta avanti un discorso molto più profondo, riuscendo a distinguersi tra mille anche in uno stereo mediocre a volumi bassi.
Gli Yob sono stati tra i primi a cogliere la lezione degli Sleep, che con il magistrale Holy Mountain ridisegnarono i confini della musica lenta, influenzando in maniera indelebile milioni di gruppi dall’uscita di quel disco. A differenza di molti loro alunni, il trio di Eugene, Oregon, usava e usa la pesantezza per far immergere l’ascoltatore in un’atmosfera meditativa e filosofica, che trae ispirazione dal misticismo orientale. Questo nuovo Clearing The Path To Ascend, come suggerisce il titolo stesso, continua quel discorso di “ascesa sonora” iniziato col grande debutto Elaboration Of Carbon. Da allora (come era già evidente nel successivo Catharsis) la proposta si è fatta sempre più monolitica, profonda e dilatata in una media di 10-20 minuti di durata. L’opener “In Our Blood”, col tipico riff iniziale in pulito col delay, chiarisce subito cosa andremo ad ascoltare: quasi un’ora di puro viaggio mistico a suon di riff pesantissimi, con la tipica voce acuta di Mike Scheidt che emerge in mezzo al marasma contemplativo del disco. A livello compositivo non c’è in realtà molto di nuovo rispetto a quanto già detto in precedenza: se guardiamo la sperimentazione, gli Yob hanno terminato il loro discorso con The Unreal Ever Lived, l’ultimo disco prima dello scioglimento. Rispetto agli altri due lavori post-reunion, The Great Cessation e Atma, Clearing The Path To Ascend è semplicemente molto più valido sia come lavoro in sé che come brani. L’approdo su Neurot Recordings ha permesso un ulteriore salto di qualità: la produzione è eccellente, forse la migliore mai avuta dalla band. Tutte e quattro le canzoni brillano di luce propria, come non si sentiva da almeno dieci anni: è davvero un piacere ritrovare gli Yob così in forma, dopo due dischi non proprio all’altezza della loro storia. Come detto sopra, quella del gruppo è una pesantezza molto particolare, che ancora disco dopo disco si riconosce tra mille, dalla quale molti gruppi (vedi i cloni di Sleep e Neurosis che infestano il mercato) avrebbero solo che da imparare. Mike Scheidt è uno dei pochissimi che può dire di aver appreso tutto quello che c’era da apprendere da Matt Pike, riuscendo a valorizzare molto le parti in pulito, che per il sound degli Yob sono più che fondamentali, in quanto preludio per l’assalto sonoro. Clearing The Path To Ascend è senza ombra di dubbio uno dei dischi dell’anno, che riuscirà a convincere tutti i fan della band, dal primo all’ultimo.

Tracklist

01. In Our Blood
02. Nothing To Win
03. Unmask The Spectre
04. Marrow

Nota della redazione: noi saremo qui, e poi vi racconteremo.

Yob-Pallbearer