XENNAN, Pass Away

Xennan è il friulano Alex Ortiga, che si muove anche dietro le quinte di Stay, etichetta-network di musicisti con la quale pubblica il suo esordio Pass Away, ispirato –racconta lui – da un periodo in cui ha dovuto affrontare perdite e cambiamenti: lo si capisce dalla copertina, dai toni malinconici di “My Ghost Is Sand I”, dalla cupezza scabra di “Car Crash Dreams”, “Hollow Flax”,  “Existence Is Perpetual Motion” e “Holy Tooth: Their Deeds Will Follow”, coi loro affanni, i loro respiri spezzati e quelle percussioni ieratiche e asciutte. La prima cosa di cui ci si accorge è come Alex campioni voci, oggetti reali et similia, reinventandoli anche in chiave ritmica e orchestrandoli con grande bravura. Curioso, tra l’altro, come nel 2016 in tanti, insieme a lui, abbiano frantumato e riutilizzato il suono della voce umana per creare atmosfere disturbanti o irreali (Kara-Lis Coverdale, David Sutton, Tim Hecker…). Per il resto, se è abbastanza semplice spiegare che tipo di sentimenti si possono provare o percepire durante l’ascolto di Pass Away, più impegnativo diventa descrivere il sound: credo che sicuramente Alex abbia fatto proprio Quarter Turns Over A Living Line dei Raime, con le sue basse frequenze, i suoi tempi dilatati e la sua severa essenzialità, ma dovrebbe esser già chiaro come questo sia parte di un processo più di lungo periodo che altro non è che la formazione di una personalità autonoma, prova ne sia – oltre al già citato lavoro sui campionamenti – il battito di “My Ghost Is Sand I” e la sua componente “gaze”. Non mi resta che sperare di risentirlo: la stoffa c’è tutta.