WWWINGS, Phoenixxx

C’è chi lo definisce elettronica HD, chi hi-tech. C’è chi, mettendolo in relazione con la filosofia politica, parla di “accelerazionismo”, e mi riferisco a un genere dotato di una forte riconoscibilità e già ben codificato. In principio fu James Ferraro con il discusso Far Side Virtual a spostarsi dal pop ipnagogico (basato sul metaricordo e quindi essenzialmente nostalgico) a un’elettronica futuribile con cui non ci si volta più indietro, ma che conserva comunque ancora nei geni qualche tratto del vaporoso antenato. Di lì a poco tempo diversi musicisti hanno legato il proprio lavoro a quest’estetica neofuturista fatta di suoni opalescenti. Il discorso musicale in alcuni interpreti del genere ha finito per assumere forti connotazioni socio-politiche: Lotic ed Elysia Crampton legano a doppio filo le proprie creazioni all’ideologia queer, Holly Herndon e Fatima Al-Qadiri mettono accenti antisistema ed anticapitalistici, mentre altrove i riferimenti sono più sfumati, ma la sostanza rimane anche lì un groviglio traslucente di suoni sintetici in apparenza innocuo eppure vagamente disturbante. Accanto alle rivendicazioni di carattere sessuale e alla lotta al capitale condotta attraverso mezzi connaturati al capitale stesso, un altro aspetto molto sottolineato è la deterritorializzazione, l’attitudine a tessere legami umani al di là della prossimità fisica: in questo senso la vicenda dei Wwwings è esemplare.

I tre protagonisti del progetto (Lit Internet, Lit Eyne e Lit Daw i loro nomi di battaglia) provengono da tre località poste agli estremi dello sterminato territorio dell’ex Unione Sovietica, vale a dire Kamchatka, Siberia e Ucraina, e sono entrati in contatto attraverso Vk, il social network più diffuso da quelle parti. Sempre a distanza hanno cominciato a lavorare ai loro progetti musicali, che si pongono sulla scia dei vari Rabit, Arca, Mumdance… In Phoenixxx, che si avvale anche della collaborazione di artisti del giro grime e hi-tech (uno su tutti Chino Amobi, cofondatore dell’etichetta NON, già al fianco di Rabit e prossimo ospite della kermesse torinese Club To Club), ritroviamo una versione post-sovietica dell’accelerazionismo sonoro, assolutamente in linea coi canoni stilistici del genere, forse un pelino più aspra e meno pettinata rispetto a quelle di altri colleghi sparsi per il globo. Gli stessi Wwwings definiscono le loro tracce “disturbing and depressive”, facendo risalire l’aspetto tormentato della musica al contesto storico in cui i tre si trovano immersi. La chiave di lettura politica è quindi fondamentale pure qui, per stessa ammissione degli artefici: dietro questa specie di trap travisata, disturbata dai suoni della contemporaneità, da cicalini e dal rumore dei motori Formula 1, suonata a forza di loop puntualmente deformati e martellata da deflagrazioni come in una sorta di videogame sparatutto, si cela uno scenario turbocapitalista, quello degli oligarchi e dei colossi energetici che fanno il bello e il cattivo tempo là dove una volta c’era il Socialismo Reale. L’impressione è che tali produzioni culturali vadano a inserirsi in una critica globalizzata dell’esistente, che – più che coagularsi in movimenti di protesta a livello locale – rimane vaporizzata nell’etere.

Phoenixxx è appena uscito in vinile per Planet Mu, l’etichetta di Michael Paradinas.


Tracklist

01. Lil Angels
02. Era (ft. Kastle, Born In Flamez & Gronos1)
03. Aethereal (ft. Chino Amobi)
04. Pyro (ft. Imaabs & Lao)
05. Arcane
06. Lava (ft. Endgame)
07. Ashes
08. Resurge
09. Infinity (ft. Ebbo Kraan)
10. Melt (ft. Barla, Graves & Pope)
11. Fly (ft. dj Heroin)
12. Ignite