Welcome to Venice

Skate e punk…

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Uno dei ricordi più vividi che ho della metà degli anni Ottanta è l’enorme impatto della scena di Venice su noi teenager imbottiti di thrash, hardcore, skateboard, fumetti e sottoculture di vario genere provenienti principalmente dagli States. Una scena locale collegata direttamente alla mitica Dogtown e allo Zephyr Team, agli Z-boys e al rilancio dello skateboard come sport radicale non poteva non avere un effetto magnetico sulla nostra immaginazione, soprattutto quando il cognome Muir iniziò ad apparire in stereofonia sulle pagine delle riviste di musica e di skate, sebbene accompagnato da due nomi differenti: Jim “Red Dog” e “Cyco” Mike. I due fratelli erano i due poli di quella strana famiglia: uno era coinvolto con lo Zephyr Team e aveva fondato la Dogtown Skates, l’altro cantava nei Suicidal Tendencies, uno era skateboarder e motore della rivoluzione su rotelle, l’altro l’anima e la faccia della parte musicale che prendeva vita nella stessa area. Non bastasse questo cortocircuito, il look e l’immaginario da gang dei gruppi, con le classiche camicie a quadri, bandana d’ordinanza e teschi minacciosi, rendeva il tutto irresistibile e ancora più morbosamente affascinante. Tra i vari cimeli dell’epoca custodisco gelosamente il contenuto di un pacchetto spedito a mio fratello proprio da Venice, non ricordo se insieme alle interviste a Suicidal Tendencies ed Excel che poi sarebbero finite sul primo numero di Rrroooaaarrr. Dentro al pacchetto, tra adesivi, materiale pubblicitario della Dogtown e altre leccornie, spiccava una tape intitolata “Welcome To Venice”, una compilation programmatica con i nomi di punta della famiglia: sempre Suicidal Tendencies, ovviamente, poi Excel, Beowülf, No Mercy e Los Cycos (una sorta di band estemporanea, utilizzata dai Suicidal per suonare dal vivo in incognito). Da lì in poi sarebbe stata una vera e propria caccia al tesoro per ricevere i vinili delle band coinvolte, a loro modo differenti elaborazioni dello stile di Venice reso famoso dal gruppo di Mike Muir, con gli Excel a far da punta di diamante quanto a complessità della scrittura e spirito crossover, i No Mercy a dar voce alla parte più influenzata dal metal e i Beowülf nel ruolo di motörheadiani del branco, quelli con la grazia di un panzer a un ballo di educande. Forse a molti questi nomi diranno poco, ma sono sicuro che sapranno far riaffiorare ricordi e far scendere qualche lacrimuccia a chi quel periodo l’ha vissuto sulla propria pelle con la passione bruciante per la prima ondata crossover, quella che andava a unire il meglio di due mondi: thrash metal e hardcore punk.

Le ristampe

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Oggi, a distanza di tre decenni da quella stagione, escono quasi in simultanea le ristampe di due album fondamentali per la scena di Venice e ancora oggi esempio perfetto di ciò che ha rappresentato. Per questo ho voluto parlarne in un unico articolo, proprio per dar valore al fermento creativo da cui hanno preso il via e rendere ancor più interessante questo viaggio all’indietro nel tempo. Le etichette discografiche dietro alle due operazioni archeologiche sono, neanche a dirlo, quella di casa Suicidal Records e la vicina Southern Lord (con sede sull’Hollywood Boulevard, in pratica a una ventina di miglia da Venice). La prima a uscire è la ristampa del debutto degli Excel, Split Image (1987), su Southern Lord, di fatto una raccolta che vede inclusi differenti bonus a seconda delle versioni, comprese le demo Personal Onslaught (1985) e Refuse To Quit (1986), cui si aggiungono nel doppio vinile e nel 7” allegato i brani presi da Welcome To Venice, dalla compilation Thrasher Skate Rock 5 e la demo Social Decapitation (1985). A un mese di distanza (a celebrare il compleanno del fondatore della band, Mike Clark) esce per Suicidal Records la ristampa dell’unico album a firma No Mercy, Widespread Bloodshed Love Runs Red (1987): in questo caso parliamo di un’edizione asciutta che comprende solo il lavoro originale in versione cd, vinile o mp3, non per questo meno interessante, data l’importanza della band.

Split Image

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Abbiamo già detto che gli Excel sono quelli più eclettici della partita: autori di un thrash crossover ricco di cambi di tempo e tecnicismi, sono andati avanti fino al 1995, realizzando altri due album, poi singoli, demo e split. Oggi sono di nuovo in giro e accasati presso Southern Lord, che non ha perso l’occasione per raccogliere loro materiale d’archivio e il debutto mai ristampato in vinile. L’importanza di Split Image sta nell’approccio pienamente crossover, con le componenti metal e punk che si confondono all’interno di uno stile unico e ricco di spunti diversi, un linguaggio che si andrà via via sempre più affinando, tanto che sul secondo album troverà posto addirittura una cover di “Message In A Bottle” dei Police. I molti avvicendamenti all’interno della line-up porteranno via via anche nuovi cambiamenti o, comunque, ancora altri input, ma ciò che contraddistingue e contraddistinguerà sempre gli Excel è già in toto presente qui, a renderli uno dei pilastri e dei più fulgidi esempi della voglia di mischiare le carte in tavola propria della prima ondata crossover. Il gruppo si riconosce dalle chitarre affilate e – come dicevo – dai continui cambi di direzione, il funambolismo ritmico e, al contempo, la voglia di scrivere brani diretti e mai caotici, proprio per il background punk che affonda le radici nella comunità hardcore californiana (Black Flag in primis). La capacità di sovrapporre alla formula sonora testi spesso altrettanto brillanti chiude il cerchio e permette agli autori di Split Image di staccarsi nettamente al di sopra degli altri compagni d’avventura, almeno al momento in cui la scena viene fotografata da Welcome To Venice e finisce sotto i riflettori.

Widespread Bloodshed

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Di ben altra pasta, i No Mercy sono legati a doppio filo ai Suicidal Tendencies: il loro fondatore, il chitarrista Mike Clark, si unirà a Muir e soci a partire da How Will I Laugh Tomorrow When I Can’t Even Smile Today del 1988 (la sua influenzà sarà tale che se ne parlerà come del disco thrash dei Suicidal). Ricordiamo poi che, prima che accada questo, già dal 1985 Muir si trova al posto del cantante originario dei No Mercy Kevin Guercio, tra l’altro a fianco del disegnatore del logo e delle t-shirt della sua band principale, cioè il bassista Ric Clayton. Widespread Bloodshed Love Runs Red (1987) è, dal canto suo, un album feroce e affilato come un rasoio, prende il via dallo stile dell’irraggiungibile debutto dei “cugini” e si tuffa in un’orgia di riff thrash micidiali ma, a differenza del quasi contemporaneo How Will I Laugh Tomorrow, non perde mai il proprio mood maligno. Potremmo addirittura definirlo l’apice della violenza made in Venice, assolutamente ferale ma non per questo meno ragionato. Il connubio tra le vocals di Muir e la chitarra di Clark raggiunge qui la perfezione e dà la possibilità al suono di restare sempre in equilibrio, anche grazie a una scrittura ruvida e non troppo rifinita, ferma restando la buona tecnica di chitarra. Ancora oggi l’unico album dei No Mercy colpisce e centra il bersaglio senza fatica, quasi non fossero passati più di venticinque anni. Insomma, chi non ne detenesse ancora una copia, farebbe bene ad approfittare della ristampa.

Locals Only

Mi accorgo che, dopo trent’anni, Venice ha ancora un suo fascino particolare per me, così come i nomi Dogtown, Zephyr, Z-Boys, Suicidal Tendencies, Excel, No Mercy, Beowülf e compagnia poco raccomandabile. Visto che proprio ad agosto ci ha lasciato la geniale, seppure controversa, leggenda dello skate Jay Adams, mi permetto di dedicare questo pezzo a lui, che degli Z-Boys era il più punk, anche negli errori commessi e nella vita ai margini. Se non vi piace, potete restare a casa, qui “Locals Only”.

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