VON, Satanic Blood

Von

Se esiste un gruppo capace di incarnare l’idea di cult, quello è VON.

Chi ha ascoltato tanto black metal sa che questo nome non ha bisogno di presentazioni e sa anche quanto sia stato importante per il genere. La creatura di Venien e Goat esordisce a inizio anni Novanta con due demo storiche (Satanic e Satanic Blood), per poi sciogliersi già nel ’92 senza riuscire a raggiungere una pubblicazione ufficiale. Con il passare degli anni diventa sempre più rilevante nel circuito underground fino a raggiungere lo status di must imprescindibile e finalmente nel 2003 se ne celebra l’importanza con la compilation Satanic Blood Angel, prodotta dalla Nuclear War Now!, nella quale vengono raccolti tutti i brani registrati dal gruppo (compresa la demo inedita Blood Angel e il live a San Francisco).

Non è un caso che sia stata proprio la NWN a pubblicare quel doppio cd, essenziale per chiunque decida/avesse deciso di conoscere la band: l’etichetta californiana si è affermata da anni come punto di riferimento per il black/death metal statunitense (ma non solo), una scena che ancora oggi sente il peso dei VON e del percorso che questi hanno aperto insieme ad altri progetti loro contemporanei. Mentre gente come i Blasphemy spingeva il death metal verso quella forma che ora è tipicamente americana con Fallen Angel Of Doom (1990), Venien e Goat seguivano consciamente o meno lo stesso percorso col black metal. È improbabile che i due gruppi abbiano avuto tali contatti da influenzarsi – magari profondamente – a vicenda, ma esistono delle convergenze tra le rispettive identità musicali, qualcosa che li avvicina e che li ha resi un elemento fondamentale per tutti quelli venuti dopo. D’altronde il black metal suonato dai VON aveva ben poco in comune con quello che si stava sviluppando in Europa, a partire dall’uso di un growl gutturale, dal riffing minimale e dai blast beat incessanti. Cosa simile accadeva per il death, quanto di più diverso dalla sua controparte svedese (la più celebre). Si stavano delineando due generi che inevitabilmente hanno finito per raggiungere una dimensione condivisa: la loro reciproca contaminazione ha portato al formarsi di uno stile preciso. All’interno dei dischi giusti possiamo ancora rintracciare l’eredità dei VON, quell’impronta primordiale che – una volta sviluppata insieme alle altre – ha delineato il black/death metal come lo conosciamo oggi.

Considerando invece Satanic Blood in sé, non c’è molto da dire. Troviamo i vecchi brani con una nuova registrazione, che ci permette di afferrare meglio certi passaggi un po’ troppo nascosti nella produzione originaria, ma al contempo viene persa quell’atmosfera raw che aveva senza dubbio contribuito al successo delle varie demo. L’opener “Jesus Stain” è invece un nuovo pezzo, qualcosa che ci lascia intuire come il gruppo suonerebbe al giorno d’oggi se non ci fossero stati tanti problemi lungo la strada (Goat non ha avuto la minima parte in questa resurrezione, tra le altre cose). Resta comunque il fatto che quest’album arriva assolutamente fuori tempo massimo e alla fine non apporta alcun significativo cambiamento alla situazione. Lo si può considerare un atto nostalgico, ma le circostanze rendono il tutto un po’ forzato e fuori contesto. Venien ha già dei progetti pianificati ed è su quelli che dovrebbe concentrarsi, perché questi non sono i VON e mai torneranno a esserlo.

Tracklist 

01. Jesus Stain
02. Devil Pig
03. Venien
04. Release
05. Veadtuck
06. Vennt
07. Evisc
08. Goat Christ
09. Dissection InHuman
10. Chalice Of Blood
11. Blood Von
12. Christ Fire