Trieste Noise Fest Vol. 2

Trieste Noise Fest

Il 28 marzo a Trieste suonano i Rorcal, ma la settimana prosegue più estrema che mai il giorno dopo col Trieste Noise Fest. Si tratta di un’iniziativa nata da poco, alla quale abbiamo deciso – come giusto – di dare voce, visto poi che sul palco ci saranno un paio di band niente male. Abbiamo fatto anche un paio di domande a Mauro e Alessandro, i due organizzatori del Fest.

Trieste Noise Fest Vol.2
29 marzo 2013
Tetris, Via della Rotonda 3, Trieste
Inizio h 21.00 – Ingresso gratuito con tessera

Il Trieste Noise Fest è un Festival noise autoprodotto e autogestito, nato alla fine del 2012 a Trieste da una collaborazione tra Narcotica Zine e Lammerda Records.

Line-up

REPULSIONE (powerviolence grindcore – Bologna)

ZEITGEIST (grindcore – Torino)

KAMERA237 (Electro Hardcore Trieste)

Opening Act:
SHITFUCKINGSHIT (grindcore-violence Trieste)

Afterparty
Rezist the pressure by:
ELEMENT SELECTA [Biba Rec./Crossbreed Italia] #mediostep#crossbreed#dnb#filthcore#breakcore

Contatti: lammerdarec@gmail.com 

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Trieste Noise Fest: due parole con Mauro e Alessandro

Quanti siete dietro al Trieste Noise Fest e perché ce n’era bisogno? 

Mauro: Per quanto riguarda la parte organizzativa, siamo in due, io e Alessandro, ma dal punto di vista pratico e logistico ovviamente abbiamo bisogno di una mano… nella prima edizione (14 dicembre 2012), per esempio, ho dovuto chiedere un po’ di favori per riuscire a star dietro a ingresso, bar e tutto il resto. Credo sia superfluo dire quindi che braccia giovani e forti sono ben accette, qualora qualcuno avesse il tempo e la voglia di far parte dei nostri.
Il Trieste Noise Fest nasce per smuovere la nostra città e per far uscire allo scoperto le realtà locali che si nascondono al suo interno. Purtroppo a Trieste non esiste un posto in cui gruppi e progetti atipici possano suonare e quindi è difficile entrare in contatto con altri “artisti” che propongano generi che non siano del tutto convenzionali. I nostri eventi hanno quindi il duplice scopo di portare da noi gruppi provenienti da altre città, ma anche di far aprire gli occhi al pubblico locale che spesso è all’oscuro di quali siano le potenzialità della nostra città, che (non solo dal punto di vista musicale e culturale) vive sugli allori e un po’ troppo spesso si limita a lamentarsi senza fare nulla per migliorarsi.

Alessandro: Sono perfettamente d’accordo con Mauro. Si sentiva il bisogno di uscire un po’ dagli schemi in cui è rinchiusa questa città che in quanto a “mode” fa provincia. Personalmente vedo Trieste come un punto d’inizio innovativo, perché essendo sul confine l’influenza maggiore e la contaminazione culturale sono alla portata di tutti. Dunque l’influenza che porta dei cambiamenti è assolutamente ben accetta e necessaria anche dal punto di vista musicale. Ognuno è fondamentalmente libero di “suonare” quello che vuole, anche se alla fine in questa città ci si ritrova con delle band-clone davvero ridicole.

Da dove a dove va il noise del Trieste Noise Fest? In questa edizione davanti a tutti ci sono due gruppi grindcore, ma sembra che i vostri gusti spazino anche per il lato “industrial” del rumore… 

Mauro: Personalmente mi piace molto il grindcore, ma ho una predilezione in generale per tutto ciò che estremo e rumoroso, appunto. Ho all’attivo ormai un po’ di anni di progetti noise nei quali ho cercato di produrre qualcosa che prima di tutto piacesse a me e poi possibilmente anche agli altri. Devo ammettere che non sempre sono riuscito a soddisfare almeno una delle due parti… Insomma, tra i due credo di essere io quello più votato al noise “elettronico”, quindi prodotto non per forza con strumenti ma anche solo con distorsioni, loop ed effetti di vario tipo.

Alessandro: Il rumore è fondamentalmente quello che c’interessa e cerchiamo di proporlo in modo professionale. Il lato violento dei gruppi e/o dei diversi acts elettronici che fa parte di questo range d’attenzione fa di loro la prima scelta in assoluto, anche se devo aggiungere che per quanto mi riguarda la conoscenza delle persone che ne fanno parte viene prima di tutto.

Vi va di raccontare di che cosa parla Narcotica Fanzine? Che musiche segue? 

Alessandro: Narcotica Fanzine è una fanza cartacea al suo terzo numero che racchiude un po’ la mia visione artistica, estrema o meno. Da un po’ di tempo a questa parte ho limato i miei ascolti, sono stufo di sentire sempre le stesse cose ripetute negli anni, dall’harsh noise al grind al post-punk alla new wave al dark al death/black metal… Ogni genere ha fatto il suo preciso corso. La cosa che mi ha sempre molto colpito è la disponibilità e l’unione che si riesce a creare in un ambiente in cui si parla di morte e disadattamento sociale. Narcotica è stato il primo nome che mi è venuto in testa leggendo alcuni testi dei Crass, gruppo che per me è totalmente inarrivabile in alcuni pezzi. Inoltre da poco ho iniziato una mia personale distro con una regola ben precisa: poco e vario, altrimenti rischierei solamente di usare quei “validi prodotti artistici” per tener su tavoli. Non credo nella noia sonora e tutti quei sottogeneri che anestetizzano l’ascoltatore e Narcotica ne è la prova.

Chi ci legge intuirà che non dev’essere pop coreano, ma potete in breve spiegare di che si occupa Lammerda Records?

Mauro: Come dicevo prima, mi piace la musica estrema, ai limiti del rumoroso e dell’inascoltabile. Devo sottolineare che Lammerda nasce in realtà da una collaborazione tra tre membri, due a Trieste e uno a Torino, anche se ora sono rimasto attivo solamente io. Tornando un attimo indietro nel tempo al 2007, anno di nascita della label, lo spirito che muoveva il tutto era quello di supportare tutte quelle persone che volessero esprimere il proprio disagio ed alimentare quello altrui. L’obiettivo era quello di creare, diffondere e alimentare fastidio, prima di tutto a livello sonoro. Credo di poter dire in assoluta tranquillità che lo spirito sia rimasto immutato da allora.

Il festival, insomma, è curato da una fanzine, da una piccola label e si svolge negli spazi di un’associazione culturale senza fini di lucro. Do It Yourself come unica via possibile per parlare di mondi marginali? 

Alessandro: Il DIY è sempre stato alla base di ogni organizzazione. Certamente il Trieste Noise Fest vede attive delle persone che si sbattono per passione, in primis dell’estremo. Mauro e io siamo due persone normalissime che si sono letteralmente rotte di vedere come certe realtà restino sopite mentre altre se ne vanno liberamente avanti senza avere il minimo background. Ci siamo fatti da soli in tutto e per tutto, dai contatti alla pubblicità. Usiamo anche noi Facebook, ci aiuta molto ma non ci contiamo più di tanto: gli “eventi” e la partecipazione ad essi sono semplicemente un’enorme cagata e quelli che “premono al centino” non hanno ancora capito come funziona. Dunque spammiamo flyer ovunque, registriamo piccoli spot radiofonici e in un prossimo futuro ci scapperà anche una presentazione video. Dunque sì, noi rappresentiamo un mondo marginale, che ci permette di distinguere lucidamente il falso dal vero e che ci rende davvero liberi da ogni giogo, sociale o culturale che sia. Questo è il DIY.

A occhio e croce i Repulsione sono un colpaccio. Pionieri solitari del powerviolence in Italia, in giro da dieci anni, un numero considerevole di dischi… Un vostro commento sulla band… 

Mauro: Ho avuto occasione di vederli non molto tempo fa in provincia di Alessandria (al Km0 di Tortona), in un concerto proprio con gli Zeit Geist, con i quali condivideranno il palco al Tetris. Posso dire solo che sono felice di poter ripetere l’esperienza anche qui a Trieste e spero che molta altra gente possa condividere la mia soddisfazione.

Alessandro: I Repulsione sono un grande gruppo, oltre che amici e persone squisite. Si sono sbattuti per oltre dieci anni, girando in lungo e in largo e promuovendo un genere musicale davvero per pochi. Band con standard atipici: batteria, voce e due bassi di cui uno distortissimo. Senza chitarra. Finalmente i triestini avranno la possibilità di ascoltare qualcosa di estremo che allo stesso tempo è diverso dal solito. Che piacciano o meno siamo fieri di averli chiamati.

Vedendo chi suona in quest’edizione, si vede che chiamate gente da fuori ma che tenete aperta una finestra sulla scena locale. Quali sono i progetti triestini del vostro “giro” che volete segnalare a chi ci legge?

Mauro: Sinceramente uno dei motivi che mi ha spinto a far nascere il Trieste Noise Fest è proprio quello di conoscere altri gruppi (locali e non), perché io stesso volevo sapere chi ci fosse di attivo in zona e cosa proponesse. Quindi a livello locale per il momento posso fare pochi nomi: StripsAstroStraps, Crazy Rapist e Ozcine sono tre esempi di progetti quasi sconosciuti ma che ritengo degni di nota. E poi ovviamente i nostri due rispettivi gruppi. Il mio &035;, che definirei principalmente harsh noise, e i ShitFuckingShit di Alessandro, che suoneranno anche al concerto del 29 marzo.

Alessandro: Beh, tutto quello che volevo dire l’ha già detto Mauro. Voglio solo ribadire che farsi troppa “auto-pubblicità” è da coglioni.

Se poteste chiamare a suonare da voi un nome internazionale e se non aveste limiti di budget, chi fareste venire? Se potessero, al Roadburn farebbero suonare ogni giorno i Black Sabbath. Voi? 

Mauro: Sicuramente Merzbow, Masonna, Earth e Sunn O))).

Alessandro: Se non avessi limiti di soldi, ne farei suonare diversi: Assück, Sore Throat, Crass, Godflesh… anche se penso che alla fine li spenderei tutti quanti per comprare la Earache, giusto per licenziare lo storico proprietario che la sta facendo fallire.