THROW DOWN BONES, S/t

THROW DOWN BONES, S/t

I Throw Down Bones sono in due e suonano più strumenti, che tra l’altro loro stessi hanno “costruito” (progettano anche pedali e amplificatori per KVB e Underground Youth). In quest’esordio si muovono tra rock ed elettronica, coagulando diverse influenze: industrial, kraut, post-punk, wave, psichedelia… Tra collaborazioni messe in piedi e artwork, già si capisce che si tratta di un album notturno, ma non per questo sempre deprimente. Il pregio che ha è quello di arrivare compatto e con un’identità precisa: i Throw Down Bones cercano di trovare anzitutto un groove che li convinca, poi sulla riproposizione ipnotica di questo groove ricamano a loro piacimento, con chitarre, effetti e quant’altro. Se vi ispira l’idea di ascoltare delle specie Neu! dark, senza scimmiottamenti dei Joy Division o dei Beak di Geoff Barrow, è il gruppo che fa per voi, se invece non vi ispira, è abbastanza strano che stiate leggendo questo sito. Si tratta di un inizio, quindi  – posto che sono bravi e che già suonavano altrove – non è il caso di far credere che si trovino a pochi passi di distanza band con cui li ho messi a confronto, anche perché ci sono tante cose dovrebbero provare ancora a fare, per esempio vedere cosa succede se incattiviscono ancora di più il sound (“Exposure”, messa in apertura, lascia infatti immaginare un disco più pesante).

Spero riescano a proseguire.