SURACHAI, Instinct And Memory

SURACHAI, Instinct And Memory

Surachai, che probabilmente è di origini thailandesi, vive a Chicago. Di mestiere fa il tecnico del suono e il sound designer, per passione è parte del collettivo Trash Audio (assieme ad Alessandro Cortini, tra gli altri), sul cui sito ufficiale parla di sintetizzatori analogici e ci racconta delle sue visite agli studi di musicisti nella maggior parte dei casi elettronici, da Alec Empire ad Atom™, passando per Nordvargr. Ha ovviamente un’etichetta, Bl_k Noise, per la quale esce questo Instinct And Memory. Pubblica album a suo nome dal 2008 e sembra proprio figlio di questa fase storica in cui ogni artista frequenta generi diversi e a volte prova a metterli insieme (del resto anche la sua attenzione per manopole, cavi e valvole fa parte dello Zeitgeist). Ha fatto un album black metal, coinvolgendo nomi importanti della scena metal cittadina, ma – a proposito di eclettismo – di base è un solista che si serve delle macchine per realizzare dischi da qualche parte tra industrial, ambient e noise. A queste macchine, tra l’altro, sembra molto devoto, almeno a giudicare dalle descrizioni dettagliatissime che dà dell’equipaggiamento usato per registrare il suo materiale, quasi come se il mezzo determinasse le scelte estetiche, anziché subirle o influenzarle solo in parte. Per Instinct And Memory Surachai ha trovato un sound utilizzando un numero ristretto di apparecchiature analogiche attraverso le quali filtrare tutta la sua strumentazione: è nato così un disco anzitutto molto coeso, che lascia impronte riconoscibili. I pezzi, sporchi e metallici, sono spesso imperniati sulle percussioni e sul loro andamento spezzato, non lineare, con ogni probabilità debitore nei confronti dei nomi storici della Warp e a tratti di un immediato successore come Venetian Snares. Gli scenari cupi e la spigolosità del suono, però, lasciano immaginare legami con l’industrial e il mondo raster-noton (si arriva dunque agli Emptyset e quindi a lidi “pansonici”).

Non male. Non state lì a guardare la copertina, sporcaccioni: date pure un ascolto già che ci siete.