SUPERHORRORFUCK, Death Becomes Us

Superhorrorfuck

Tornano a far danni i Superhorrorfuck, formazione dal look sempre sopra le righe a cavallo tra zio Alice e il nipotino Marilyn Manson, figli della scena glam e cultori della sleaze attitude più sfrontata. La loro è adrenalina sparata a mille, musica veloce che prende l’hard rock, lo annega nel rock’n’roll e lo asciuga al calore del punk. Ciò che ne esce è un disco smaccatamente retrò eppure ricco di personalità, fatto di cavalcate lungo le highway e scorrerie notturne nella Strip, tra locali di lap-dance e concerti indemoniati, tutto giocato al netto di ogni senso della misura o decoro, con qualche tuffo nell’airplay delle college radio (vedasi l’incipit di “Love After Death”) e un’oncia di hair-metal per rendere ancora più realistico il tuffo nel passato. Ciò che conta è che, alla fine dei giochi, il tutto appare credibile e non ha quella patina spompata da tribute band, perché è chiaro che qui si fa sul serio, ci si crede e si vive sulla propria pelle quello che si suona. Di sicuro ci sono della stoffa e della buona personalità con cui masticare e risputare la lezione imparata negli anni, quasi ci si trovasse di fronte ad una formazione catapultata nel 2013 dai lontani Ottanta, gente che si ritrova qui e ora ma che non riesce proprio ad abituarsi a ciò che ha di fronte agli occhi. La cura nei suoni e la ricerca di elementi caratteristici che differenzino tra loro i brani, la capacità di creare anthem trascinanti e ruffiani quel che basta ad imprimersi nella mente dell’ascoltatore (“Vodoo Holiday” in questo è perfetta), tutto concorre a fare del come-back dei Superhorrorfuck un disco di genere perfettamente riuscito. Di sicuro, non c’è modernità o ricerca di nuovi orizzonti, ma manca anche l’effetto modernariato, visto che il cuore di Death Becomes Us è pulsante e ben vivo, resuscita un cadavere eccellente che in troppi si erano affrettati a sotterrare e dimostra come in fondo e al netto di ogni polemica, sempre di sano e potente rock’n’roll si tratti, di musica per far muovere i culi e passare una bella serata in allegria, con una buona dose di alcool e la voglia di trasgredire quante più regole possibili. Sta a voi lasciarvi andare e riuscire a divertirvi senza troppe seghe mentali, un titolo come “Threesome With The Dead” dice già tutto.

Tracklist

01. Dead World I Live In
02. Down At The Graveyard
03. Death Becomes Us
04. Love After Death
05. Voodoo Holiday
06. The Ballad Of Layla Drake
07. Threesome With The Dead
08. Ante-Mortem Pictures
09. Break Your Shit
10. Headless Groupie
11. Horrorchy Pt. III, The Lord
12. Holy Zombie (feat. Frenky & Caste from Easy Trigger – Holy Bullshit remix)