STRONG INTENTION, Razorblade Express

Razorblade Express

Se c’è un gruppo stranamente poco considerato nel Vecchio Continente, questi sono gli Strong Intention. Probabilmente non essere mai venuti in tour in Europa non ha giovato alla loro fama, ma c’è comunque da chiedersi perché dischi come Extermination Vision e  What Else Can We Do But Fight Back non abbiano mai riscosso il successo meritato. La loro proposta musicale può essere etichettata in diversi modi, ma è riassumibile così: prendete gli Insect Warfare, proiettateli in un contesto hc con la voce “pulita” e i riff ben in evidenza, le chitarre col suono massiccio e la batteria ovviamente supersonica: diversi anni prima che uscisse World Extermination, loro avrebbero potuto vantarsi di essere tra i gruppi più veloci ed estremi del pianeta. A quasi dieci anni dall’ultimo split, quello coi Solid Decline, esce questo nuovo 7”, che presenta però alcuni cambiamenti nel sound. La registrazione è infinitamente migliore rispetto ai lavori precedenti, ma se da un lato ogni strumento è più in evidenza, dall’altro tutto sembra un po’ troppo ripulito e moderno, il che toglie un po’ di mordente ai pezzi. Questi, tra l’altro, non sono sempre inediti: gli unici due non presenti altrove sono quelli con Mike Williams degli Eyehategod alla voce, ossia la title-track e “3rd Space Gorilla Generator”. “Messiah Whore” e “Holes In The Wall” erano sul secondo volume della  compilation This Comp Kills Fascists (quest’ultima anche su What Else…), “Rat Factory” e “Slaughter Intelligence” su Extermination Vision. Per tutto il disco – sia coi pezzi nuovi sia coi vecchi – si sente come questa volta il terzetto statunitense, rispetto agli esordi, abbia tolto un po’ il piede dall’acceleratore: nel caso di “Razorblade Express”, la scelta gioca a loro favore (essendo il miglior brano di tutto il disco), ma sentire le canzoni già conosciute più rallentate fa un po’ effetto, e non in maniera positiva. D’altro canto queste piccole modifiche non hanno snaturato del tutto la carica della band, e nel complesso abbiamo di fronte un disco che non deluderà né i fan di vecchia data né i novizi. Certo, per capire veramente il potenziale di questo power trio sarebbe meglio procurarsi i primi lavori sopra elencati, però se vi dovesse capitare questo 7” tra le mani, spulciando pazientemente nell’elenco della vostra distro di fiducia, non farete un soldo di danno ad acquistarlo. In fondo più di quattro o cinque euro non potrà costare.