SPACE SIREN, If You Scream Like That, Your Monkey Won’t Come

Space Siren

If You Scream Like That, Your Monkey Won’t Come, breve, veloce come uno schiaffo, è la classica scoperta casuale che dà la svolta a più di qualche giornata. Olandesi, nascono da una coppia di musicisti navigati: lei alla batteria, lui, produttore “alternative” ben conosciuto nel giro locale, alla chitarra. Ineke e Corno, poi, chiamano al loro fianco Aico, bassista in altre loro ex band, e trovano in Gwendolien una chitarrista/cantante nervosa o suadente a seconda che serva o meno. Noise rock, anni Novanta, Sonic Youth e una componente pop (Sonic Youth e Beatles, dicono loro), grazie anche alla ragazza dietro al microfono: un minuto e qualcosa di riscaldamento, poi parte “Evidence Collection Guidelines”, miglior pezzo dell’album, che gioca (non per primo, forse per milionesimo) bene sul contrasto tra l’elettricità spigolosa della parte strumentale e una voce fragile che in qualche modo cerca di pareggiare i conti. Indubbiamente qui è una questione di mestiere e talento, perché dopo abbiamo almeno altri quattro o cinque ottimi episodi, sempre di grande immediatezza, che in un modo o nell’altro ruotano intorno allo stesso discorso, senza però mai annoiare. Tanto per capirci al volo, gli Space Siren sanno giostrarsi tra melodia e fragore come all’epoca i Nirvana (o come i Pixies). Sempre per intenderci, If You Scream Like That, Your Monkey Won’t Come non salverà mai il mondo, però aiuta parecchio.